PARIGI Lo scandalo Panama Papers ha messo in subbuglio pure il mondo politico francese, dato che il nome di un «grande partito nazionale» figurerebbe nei documenti dell’inchiesta giornalistica internazionale. Promettendo rivelazioni nei prossimi giorni, lo assicura Jérôme Feno- glio, direttore del quotidiano Le Monde, che aderisce al consorzio Icij. Nella scia del “caso Jérôme Cahuzac”, dal nome dell’ex ministro socialista del Bilancio costretto alle dimissioni nel 2013 per frode fiscale, dopo la scoperta di conti segreti milionari detenuti in Svizzera e a Singapore, la Francia si prepara a nuovi probabili contraccolpi, in una fase politica segnata già da annunci e manovre in vista dell’imminente corsa all’Eliseo. Ieri, l’attuale inquilino del palazzo, il presidente François Hollande, ha reagito prontamente alle rivelazioni, promettendo «procedure giudiziarie» e assicurando che il vero beneficiario dello scandalo sarà l’erario: «Ciò ci assicurerà nuove entrate fiscali da parte di chi ha frodato, dunque ringrazio chi ha lanciato l’allarme e la stampa». Il presidente ha aggiunto che, per l’annata fiscale 2015, sono stati «già ripresi 12 miliardi» dei 20 «notificati». Dopo il violento scossone dello scandalo Cahuzac, le nuove regole di trasparenza e i controlli più pressanti sulla classe politica hanno spinto al ritiro pure altri due esponenti governativi della maggioranza, accusati di evasione fiscale: Thomas Thévenoud e Yamina Benguigui, ex titolari del Commercio estero e della Francofonia. A Parigi, è anche contro «l’oligarchia al di sopra delle regole» che persevera da giorni nella protesta un nuovo movimento giovanile di “indignati” che si fa chiamare Nuit debout (Notte in piedi). Circa un migliaio di francesi sarebbero citati nei documenti. Accanto a Michel Platini, è pure il caso di Patrick Drahi, al timone di un impero nelle telecom e nei media. Fra le banche, è additata Société générale, già coinvolta in altri scandali. © RIPRODUZIONE RISERVATA