mercoledì 31 luglio 2019
I più numerosi sono quelli che rientrano nel settore del commercio (233); seguono i contratti degli enti e istituzioni private (108), edilizia (74) e trasporto (67)
Tiziano Treu, presidente del Cnel

Tiziano Treu, presidente del Cnel

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Ci sono i letturisti dall'acqua, ma anche i barcaioli e gli alimentaristi. Sono alcune delle voci che rientrano
negli 855 contratti collettivi nazionali di lavoro vigenti in Italia. Il dato emerge dal IX report dei Ccnl depositati nell'archivio del Consiglio nazionale dell'economia e del lavoro (Cnel), curato dall'Ufficio di supporto agli organi collegiali, e aggiornato a giugno 2019. I contratti più numerosi sono quelli che rientrano nel settore del Commercio (233); seguono i contratti degli enti e istituzioni private (108) edilizia (74) e trasporto (67). Il lungo elenco prosegue con l'agricoltura (51), aziende di servizi (46), poligrafici e spettacolo (42), alimentaristi ‐ agroindustriale (41), chimici (33), meccanici (32), credito e assicurazioni (28), tessili (27) e amministrazione pubblica (20). Infine nella categoria altri vari settori (83) rientrano le restanti voci.

Il report, sottolinea il Cnel, «è l'unico documento disponibile che fornisce un quadro esaustivo della contrattazione nazionale vigente depositata e consente di individuare i Ccnl che risultano in attesa di
rinnovo, che, purtroppo, rappresentano ancora una percentuale elevata».

L'archivio nazionale dei contratti e degli accordi collettivi di lavoro, ricorda il presidente del Cnel, Tiziano Treu, «è lo strumento fondamentale per contrastare il fenomeno dei contratti pirata. Prosegue il nostro lavoro di monitoraggio, mappatura e misurazione che sarà affinato e migliorato per analizzare anche la "qualità" e quindi i contenuti dei contratti».

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