martedì 30 settembre 2014
«Impossibile tornare al 7% del 2008»: la disoccupazione «allargata», che include tutte le categorie rimaste senza lavoro, ha raggiunto il 30%.
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Prospettive preoccupanti per il mercato del lavoro in Italia nei prossimi anni. Lo scenario tratteggiato dal Cnel nel Rapporto sul mercato del lavoro 2013-2014 lascia poco spazio all'ottimismo. Ridurre quel 12,3% di tasso di disoccupazione sarà impresa ardua. "L'ipotesi di una discesa del tasso di disoccupazione ai livelli pre-crisi, intorno al 7%, sembra irrealizzabile perchè richiederebbe la creazione da qui al 2020 di quasi 2 milioni di posti di lavoro". In pratica l'occupazione dovrebbe aumentare dell'1,1% medio annuo. "Un simile incremento - scrive il Cnel - potrebbe essere conseguito soltanto se si manifestasse una forte discontinuità nella crescita dell'economia italiana". Più realistico un secondo scenario. Il Cnel stima che al 2020 un aumento dell'offerta di lavoro di circa 660mila persone e anche se si tratta di un incremento "non eccessivo" è "necessaria" una sufficiente domanda affinchè non si traduca "in un aumento ulteriore della disoccupazione". Nello scenario conservativo del Cnel si ipotizza di assorbire tutto l'incremento dell'offerta di lavoro" così da mantenere il tasso di disoccupazione al 12,3%. "Si tratta di un obiettivo minimo", sarebbe sufficiente creare 582mila posti di lavoro entro il 2020, un +0,4% in media all'anno, "un tasso di crescita che non appare eccessivamente elevato e dunque plausibile in uno scenario di interruzione della recessione". Uno scenario intermedio prevede un tasso di disoccupati al 10%, una tendenza in linea con il Def di aprile. Per il Cnel si tratta comunque di un obiettivo che richiede "uno sforzo notevole" in quanto comporterebbe la creazione di 1,2 milioni di posti di lavoro entro il 2020. "Date le tendenze in corso - si legge nel rapporto - tale esito sembra descrivere un'ipotesi ottimista".
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