mercoledì 3 febbraio 2016
L'anno scorso è stato registrato un aumento del 2,5%. Però è allarme sul 2016 per il taglio della contribuzione.
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I posti di lavoro nelle micro e piccole imprese (Mpi) l’anno scorso sono aumentati del 2,5%. Almeno per l’occupazione, nelle micro e piccole imprese il 2015 è stato l’anno della svolta dopo la grande crisi. Lo rileva l’Osservatorio Mercato del Lavoro Cna, curato dal Centro Studi, che analizza mensilmente l’andamento dell’occupazione in un campione di 20.500 Mpi con 125mila dipendenti.A permettere il risultato positivo le capacità delle Mpi di reagire in tempi rapidi alle variazioni, sia pure lievi, della congiuntura e gli strumenti messi in campo dal governo: Jobs act e decontribuzione per le assunzioni a tempo indeterminato.La crescita relativa più significativa è arrivata dalle assunzioni a tempo indeterminato: in 12 mesi sono cresciute del 26,6%. In aumento anche le assunzioni a tempo determinato (+8,3%). In calo l’apprendistato (-10,8%) e i contratti flessibili (-26,7%). L’82,2% degli occupati nelle Mpi è titolare di un contratto a tempo determinato. Le micro e piccole imprese, quindi, continuano a preferire un rapporto di lavoro stabile. Ma nel 2016 c’è il rischio di una inversione di tendenza. Da gennaio la decontribuzione sulle assunzioni a tempo indeterminato ha subito un forte taglio: esonero ridotto dal 100% al 40%, limite massimo condotto da 8.060 a 3.250 euro.
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