martedì 19 giugno 2018
A Satory, quartier generale del racing del Gruppo PSA, nascono le vetture del motorsport: una tradizione vincente che è anche laboratorio di tecnologia per le vetture stradali
Addetti Citroen al lavoro nello stabilimento di Satory

Addetti Citroen al lavoro nello stabilimento di Satory

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Come è noto alla Citroen, in fatto di competizioni, vantano un invidiabile palmares quando a vittorie. Per la precisione: 8 titoli di campione del Mondiale Rally, 3 titoli di campione del Mondo WTCC e 4 vittorie nella Parigi-Dakar. Una bacheca che Citroen è seriamente intenzionata ad arricchire fino ad arrivare al più presto alle 100 vittorie complessive. Ne è convinto in particolare modo Pierre Budar, l'attuale responsabile della gestione sportiva di Citroen, sostituendo Yves Matton entrato a far parte della Fia come direttore del settore rally. Entrato in Peugeot nel 1989, prima come pilota ufficiale Peugeot-Talbot con la 309 gruppo N, Budar è poi diventato il responsabile delle numerose versioni stradali altamente performanti.

E' per fare il punto con Budar sulla stagione agonistica di Citroen che siamo andati a Satory, non molto lontano dal centro di Parigi, dove opera la divisione sportiva dei tre brand del Gruppo PSA: Citroen, per l’appunto, ma anche DS e Peugeot. Non capita tutti i giorni di essere invitati da un costruttore d’auto in un centro nevralgico del motorsport, luogo di solito top secret, non aperto al mondo esterno per questioni di spionaggio e nascosto agli occhi indiscreti soprattutto dei rappresentanti della stampa. Un centro quello di Satory in cui la genesi dei motori e dei modelli che hanno sfidato la velocità e i vecchi primati va di pari passo con la ricerca e lo sviluppo di nuovi nodelli, senza mai dimenticare il presente, in cui i brand del Gruppo PSA risultano vittoriosi in ogni categoria, dal Turismo alla Dakar, dai Rally Mondiali, Europei, Nazionali al Campionato FIA di Formula E.

Ma le competizioni automobilistiche non rappresentano una disciplina sportiva fine a se stessa, ma svolgono un importante ruolo di vero e proprio laboratorio di ricerca e di sperimentazione delle nuove tecnologie che poi vengono adottate dalle auto stradali, in molti casi migliorandone sia le performance che la sicurezza. Ne è un esempio il sistema di smorzamento idraulico che equipaggia gli ammortizzatori della nuova Citroen Cactus che arriva proprio dall'impiego nei campi di gara.

Ma veniamo all’impegno di Citroen nel WRC per il quale Budar si è espresso così: «Abbiamo cominciato l’avventura nel mondiale rally nel 2017, con un piano che prevedeva dai 3 ai 5 anni. Quindi almeno fino al 2019 gareggeremo ad alto livello, ma è molto probabile che ci vedrete addirittura fino al 2021». Un obiettivo? «Non nascondo che le nostre intenzioni sono di arrivare e magari superare la boa delle cento vittorie nel WRC. Sarebbe un’impresa storica, una prova della nostra longevità ai livelli più alti, dal primo successo del 1999 in Catalogna, ad opera di Philippe Bugalski sulla Citroen Xsara Kit-Car».

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