martedì 24 ottobre 2017
Il master inizia il 17 novembre. Previste 200 ore di formazione, alcune lezioni anche in azienda. Iscrizioni entro il 3 novembre
Ecco come si diventa risk manager
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Scenari futuristici di fabbriche a luci spente e di robot che comunicano tra di loro all’oscuro degli stessi programmatori. Il mondo di “internet-delle-cose”, ovvero dei dispositivi interconnessi, e dell’intelligenza artificiale (la Industry 4.0) pone molti interrogativi sui nuovi rischi emergenti a cui saranno esposte le imprese nel prossimo futuro e sul piano economico e sociale per gli impatti sull’occupazione. Una professione che troverà sicuramente ampie opportunità di affermazione è quella del risk manager.

«Si tratta del profilo professionale che si occupa di identificare, valutare e gestire al meglio i rischi d’impresa. Attraverso il suo intervento, l’azienda ha sotto controllo i rischi a cui è esposta così come le opportunità e di conseguenza può essere in grado di mettere in atto un piano di risposta al verificarsi di un evento avverso, tanto che si tratti di un attacco informatico, di un incendio, di una calamità naturale o della perdita di un cliente chiave», spiega Maurizio Micale, coordinatore del master in Risk engineering e management di Cineas – Consorzio universitario fondato dal Politecnico di Milano nel 1987 e scuola di formazione manageriale sulla gestione dei rischi.

Cineas ha 20 anni di esperienza in questo ambito e dallo scorso anno propone il master nella formula blended e-learning. «Prevede l’integrazione di sessioni in aula, momenti di autoformazione e lezioni on-line dal vivo. In questo modo abbiamo voluto facilitare la frequenza da parte dei professionisti con un risparmio di tempi e costi per gli spostamenti. Nella sua prima edizione, in questa formula rinnovata, il master ha riscontrato il gradimento degli studenti che hanno valutato l’efficacia della formazione e la rilevanza dei temi trattati per la carriera professionale con un indice superiore all’8,5 su una scala di 10», prosegue l’ingegner Micale.

Che cosa studia il manager che deve essere in grado di prevedere gli scenari di rischio delle imprese in un contesto di forte incertezza politico-economica? Il corso fornisce le competenze per gestire i rischi legati ai processi produttivi (i cosiddetti rischi operativi per i quali vengono elaborati modelli ingegneristici di analisi) e approfondisce i temi legati alla responsabilità professionale e alle tecniche assicurative di trasferimento del rischio; si affrontano tra gli altri argomenti: il rischio finanziario, il rischio inquinamento, la gestione della “business continuity”, il “crisis management” e il rischio cyber. Il corpo docente è composto, per la maggior parte, da professionisti del settore industriale, specialisti del settore assicurativo e della consulenza; una quota limitata dei docenti proviene direttamente dal mondo accademico. In questo modo gli studenti entrano in contatto con la “community” professionale italiana sul risk management che può diventare un punto di riferimento nel corso della propria carriera lavorativa. Molto apprezzate sono anche le lezioni che si svolgono direttamente in azienda – realtà produttive di eccellenza del nostro paese – che permettono di toccare con mano la complessità della gestione dei rischi d’impresa.


Il master inizierà il 17 novembre e prevede 200 ore di formazione (40% in autoformazione, 20% sessioni live online e 40% lezioni in aula che si terranno il venerdì presso il Politecnico di Milano). La quota d’iscrizione è di 6mila euro (Iva esente). È possibile iscriversi sul sito del Consorzio (www.cineas.it) entro il 3 novembre 2017.

Per ulteriori informazioni: info@cineas.it e 0236635005.

Cineas realizza un’indagine annuale sulla diffusione del risk management nelle medie aziende italiane in collaborazione con Mediobanca. Considerando il giro d’affari delle MI (medie imprese) che corrisponde a circa 154 miliardi di euro si può stimare che il mercato della gestione del rischio valga circa 1,4 miliardi di cui:
- 0,7 miliardi di costi assicurativi;
- 0,5 miliardi di costo del personale che si occupa di gestione del rischio;
- 0,2 miliardi per attività di consulenza.

In base alle analisi, le potenzialità di crescita di questo mercato sono dell’ordine di 0.2 miliardi (tra consulenti e personale in azienda). Il campione di aziende intervistate nell’edizione 2017 ha dichiarato per il 66% di avere in programma specifiche attività formative sul tema della gestione del rischio per i propri collaboratori, in particolare sugli aspetti della continuità operativa e sulla gestione delle situazioni di crisi.

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