giovedì 8 maggio 2014
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Il percorso casa-lavoro? Non significa solo spostarsi da un luogo all’altro. Sapere “come” muoversi è il valore aggiunto. E l’azienda che punta sulla mobilità sostenibile e incentiva l’uso della bicicletta per i suoi lavoratori, oltre a migliorarne lo stile di vita, si garantisce più produttività (e meno giornate di malattia). Parola di Ciclica, think tank italiano sulla mobilità ciclistica, che ha lanciato il progetto Cicli aziendali. Il progetto, il primo di questo tipo in Italia, è un mix di formazione all’uso della bici (sicurezza, manutenzione, ecc.), di motivazione da parte dell’azienda (con la composizione di una flotta di biciclette aziendali, di modello diverso per adattarsi alle diverse esigenze) e di tecnologia (un software e un sito web dedicato, un social per confrontarsi con gli altri e un’app per calcolare i percorsi).

Chi usa la bici in città lo sa bene: pedalare può essere molto meno faticoso e molto più soddisfacente che camminare o attendere i mezzi pubblici. Non ci sono costi di carburante e parcheggio. Al contrario di quello che si crede, usare la bici non è statisticamente più pericoloso che andare in auto o in scooter. E non comporta una maggiore assunzione di inquinanti rispetto all’uso di auto e metropolitana. Tutti argomenti messi sulla bilancia dal team di creativi di Ciclica (www.ciclica.cc) capitanati da Giovanni Morozzo. A sostegno di questa visione, il video del regista Antonio Bocola, «Il lavoro mobilita l’uomo».

Nel 2012 il progetto di bike to work ha vinto il bando regionale della Lombardia per la responsabilità sociale d’impresa: a testarlo, per sei mesi – e a raccontare l’esperienza in un libro, Più bici, più piaci, di Federico Del Prete e Paolo Pinzuti - l’editore Terre di mezzo. Risultato: durante i sei mesi di prova la metà dei dipendenti non ciclisti ha intrapreso un uso quotidiano della bici. E i pedalatori abituali hanno consolidato l’abitudine. Merito anche dei corsi su sicurezza e manutenzione, e al coaching aziendale: sì, perché spesso a mancare è solo l’incentivo. Il cattivo stato della propria bici, un modello inadatto sono fattori che allontanano dal suo utilizzo. Così come i dubbi su come cambiare abitudini di spostamento. Cioè su come “mobilitarsi”. Al meglio.

 

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