domenica 6 giugno 2010
Oltre tre miliardi di euro di giro d’affari in un anno: è la cifra record raggiunta dall’acquisto di prodotti agricoli direttamente «alla fonte» saltando molti passaggi della filiera distributiva. Coldiretti: è ormai un canale di vendita parallelo a quelli tradizionali che riesce a garantire un risparmio medio del 30% a parità di qualità.
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Oltre tre miliardi di euro di giro d’affari in un anno. È la cifra da capogiro raggiunta dal cosiddetto acquisto di prodotti agricoli «a chilometri zero». Stando, almeno, agli ultimi dati resi noti ieri dalla Coldiretti – che ha inventato questo strumento – in occasione della giornata mondiale dell’Onu dedicata all’ambiente. Nata un po’ per provocazione un po’ per davvero, l’iniziativa è ormai un mercato parallelo a quelli tradizionali: il segno concreto della ricerca di genuinità e origine degli alimenti che fa discutere ma che, indubbiamente, colleziona successi.La rete di aziende impegnate, spiega la Coldiretti, conta ormai 63mila unità, 18mila agriturismi, 500 mercati degli agricoltori di Campagna Amica, quasi 1200 distributori di latte fresco oltre a decine di ristoranti, mense, osterie, botteghe, consorzi agrari, cooperative, agriasili, vinerie, pescherie, pizzerie e gelaterie. Un esercito di canali di vendita che, sembra, riesce a garantire un risparmio  medio del 30% a parità di qualità. Il segreto della formula è semplice: il taglio delle intermediazioni commerciali, delle conservazioni intermedie in magazzino e dei lunghi trasporti. Ma non solo. Attorno ai «chilometri zero», infatti, sono nate, oltre ad alcune polemiche, anche iniziative di contorno interessanti. Come il «bancomat del km zero»: un selfservice per acquistare latte fresco alla spina, jogurt, marmellate, formaggi, salumi, frutta e verdura e carne, tutto rigorosamente locale. Senza contare invenzioni come i nuovi gusti di «gelato a km  zero» per l’estate 2010: la polenta, il melone tipico mantovano, il mascarpone di Lodi e il dolce di riso e latte. Il risultato è che nel 2009 l’acquisto direttamente dal produttore è stato praticato da quasi la metà degli italiani (il 41,4 %), una quota in cui prevalgono le famiglie con figli e le persone con titolo di studio più alto, oltre che i giovani.Ma cosa c’è dietro tutto questo? Ovviamente l’obiettivo di far guadagnare quote di mercato agli agricoltori, ma non solo. «Sul piano ambientale – dice infatti la Coldiretti – ogni pasto percorre in media quasi duemila chilometri, ma consumando prodotti locali, di stagione e a chilometri zero e facendo attenzione agli imballaggi, una famiglia può arrivare ad abbattere fino a mille chili di anidride carbonica l’anno». E non basta, perché, «la spesa a chilometri zero è una opportunità per il Paese con un aumento della concorrenza che va a beneficio delle imprese agricole e dei consumatori che possono così garantirsi acquisti sicuri e di qualità al giusto prezzo». E da tutto ciò, intanto, è nato anche un progetto di legge da poco presentata alla Camera.
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