mercoledì 23 novembre 2016
Calabria, Campania e Sicilia le regioni più a rischio. Padoan (nella foto): l’Istat stima il sommerso in 194,4 miliardi di euro, sale a 211,3 miliardi se si considerano anche le attività illegali
Cgia: in Italia tre milioni di lavoratori in nero
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Secondo la stima elaborata dall’Ufficio studi della Cgia sono 3,1 milioni i lavoratori in nero presenti in Italia e oltre il 40% (pari a quasi 1.270.000) sono “occupati” al Sud. Questo esercito di invisibili che ogni giorno lavora nel Paese senza versare tasse e contributi dà luogo a 77,2 miliardi di euro di Pil irregolare all’anno. Tre milioni di persone che sono costituiti da lavoratori dipendenti che fanno il secondo lavoro; da cassaintegrati o pensionati che arrotondano le loro magre entrate o da disoccupati che in attesa di rientrare ufficialmente nel mercato del lavoro sbarcano il lunario “grazie” ai proventi di una attività irregolare.

La regione più a “rischio” è la Calabria che presenta 143mila lavoratori in nero e un’incidenza percentuale del valore aggiunto da lavoro irregolare sul Pil pari all’8,7%. Questa situazione, secondo l’elaborazione della Cgia, si traduce in 1,3 miliardi di euro di mancate entrate per lo Stato dalla Calabria. Segue la Campania che con 387.200 unità di lavoro irregolari “produce” un Pil in “nero” che pesa su quello ufficiale per l’8,4 per cento. Le tasse che mediamente vengono a mancare in Campania ammontano a 3,9 miliardi di euro all’anno. Al terzo posto di questa particolare graduatoria troviamo la Sicilia: con 306.900 irregolari e un peso dell’economia sommersa su quella ufficiale pari al 7,8%, le imposte e i contributi non versati sono pari a 3,2 miliardi di euro all’anno.

Il ministro dell’Economia Pier Carlo Padoan ricorda che il valore aggiunto “prodotto” dal sommerso economico nel 2014 è stato stimato dall’Istat in 194,4 miliardi di euro (che include i flussi generati dalla sotto-dichiarazione, dal lavoro irregolare e dagli affitti in nero). Tale importo sale a 211,3 miliardi se si considerano anche le attività illegali (prostituzione, traffico stupefacenti e contrabbando di sigarette).

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