martedì 25 luglio 2017
L'ex monopolista si prepara a una nuova fase, segnata dal passaggio di testimone dell'Ad, che lascia la società con una buonuscita di 25 milioni. L'azionista Vivendi studia jv con la tv.
Cattaneo lascia Tim. Si apre il dossier Canal+
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Tim prova a guardare immediatamente al futuro: dalla scelta della nuova governance agli obiettivi alle porte (soprattutto sulla questione della fibra). Il Cda dell’ex Telecom Italia ieri ha dovuto analizzare ed approvare il contratto di risoluzione consensuale del rapporto di lavoro dell’Ad Flavio Cattaneo. L’uscita del manager potrebbe imprimere una svolta alla strategia del gruppo telefonico, soprattutto sul tema della rete dopo il botta e risposta di alcune settimane fa tra il manager e il ministro dello Sviluppo Economico, Carlo Calenda. Tim ha però smentito che l’addio di Cattaneo sia legato alla polemica con Calenda, ma piuttosto «alla presa d’atto degli importanti risultati raggiunti in anticipo rispetto al piano che consentono di iniziare una nuova fase». La fine dell’avventura di Cattaneo alla guida di Tim, comunque, al di là delle motivazioni fa discutere soprattutto per il suo "costo". La buonuscita ammonta a 25 milioni di euro, come conferma una nota del Cda, che ha deliberato la decisione a maggioranza con il parere «non favorevole» dei sindaci.
Il favorito a sostituire Cattaneo è Amos Genish, attuale responsabile della convergenza a Vivendi. Tim, intanto, ha di fatto congelato il progetto "Cassiopea" di investire direttamente nella realizzazione di una rete a banda ultralarga nelle aree a fallimento di mercato, dove sta operando la società pubblica Infratel, decisione che aveva innescato la polemica col ministro. La società, dopo aver partecipato senza successo al bando Infratel per realizzare la rete e gestirla per 20 anni, aveva deciso di rinunciare a quelli successivi, annunciando che intendeva investire direttamente nelle aree di competenza di Infratel.
Con il cambio al vertice per Tim si chiude «la fase di turnaround aziendale» e ora «la società darà vita ad una seconda fase del piano di rilancio aziendale di tipo ordinario che prosegua verso gli obiettivi prefissati da Cattaneo, primo fra tutti il piano fibra», precisa il gruppo. Il Cda si riunirà nuovamente giovedì, cioè tra 48 ore, quando dovrà decidere sulla nuova governance. Tempi rapidi, insomma, per scegliere a chi affidare il rilancio. Come del resto aveva previsto la Borsa: il titolo ha chiuso la seduta a Piazza Affari con un +3,8%. È il segnale che il mercato si aspetta una sostituzione al vertice a stretto giro, in attesa di capire poi le ripercussioni su obiettivi e strategie del gruppo delle Tlc. Sul tavolo del consiglio di amministrazione ci dovrebbe essere anche la proposta di una joint venture tra Tim e la controllata di Vivendi Canal+ per l’acquisizione di diritti per la produzione di film e serie tv.
Al riassetto, ovviamente, guarda con estremo interesse anche il governo. «Le scelte di governance di una grande azienda vanno seguite con rispetto e attenzione – afferma il Ministro per la Coesione territoriale e il Mezzogiorno Claudio De Vincenti nella sua veste di presidente del Cobul (Comitato per la banda ultralarga) –. L’auspicio è che Tim ritrovi la strada per impostare e realizzare investimenti strategici per lo sviluppo tecnologico e produttivo del nostro Paese».

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