mercoledì 4 maggio 2016
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bersaglio mobile R accogliere 400 mila ordini in poche settimane (e soprattutto 1.000 dollari di acconto su ognuna di esse) per un’auto che non c’è. Nel senso che è stata solo disegnata sulla carta. E che, se tutto andrà bene, verrà prodotta e consegnata solo alla fine dell’anno prossimo negli Stati Uniti (e nel 2018 in Europa). Impossibile? No. Sta accadendo davvero. L’auto in questione si chiama Model 3, il marchio è Tesla, promette 345 km di autonomia elettrica ed è ordinabile anche in Italia. Dietro a quello che è indubbiamente un fenomeno mediatico e commerciale senza precedenti, c’è un personaggio che sta trascinando nelle sue visioni migliaia di estimatori, pronti a scommettere su di lui e su un futuro di mobilità sostenibile ancora tutto da costruire. In tutti i sensi. Perchè che fosse un genio, non c’erano dubbi nemmeno prima. Ma Elon Musk, istrionico numero uno del marchio californiano, ora sta esagerando. Il mega-investimento di 400 milioni di dollari arrivati in cassa sulla fiducia (e a tasso zero) da parte dei futuri compratori, gli permetteranno ora di finanziare almeno l’inizio della realizzazione della vettura che sognava: elettrica e abbordabile, primo tassello di una specie di mobilità low-cost senza emissioni. La Model 3 in realtà dovrebbe costare alla fine 35 mila dollari, non pochi, ma sempre meno dei 70 mila necessari per acquistare la Model S, ovvero la Tesla più popolare attualmente in commercio. L’uomo che ha dichiarato guerra a diesel e benzina, e promesso che prima o poi inventerà un sistema per raggiungere Marte, per ora ha lanciato un marchio di nicchia qualitativamente eccelso: chi ha guidato una Tesla sa di cosa stiamo parlando, e chi non l’ha fatto può fidarsi. Ma la scommessa ora pare azzardata: Elon Musk ha raccolto acconti su un’altra auto innovativa che probabilmente consegnerà quando sarà già “vecchia” considerando la rapidità dei progressi tecnologici in questo settore. E soprattutto non può offrire nessuna garanzia. Tesla, che oggi vende circa 50 mila vetture l’anno, ha da poco lanciato sul mercato il suo primo Suv elettrico, la Model X, raccogliendo solo 15 mila ordini e scontrandosi con ritardi e difficoltà tecniche impreviste. Gli analisti Usa hanno calcolato che il Gruppo brucia 400 milioni di dollari a trimestre, e hanno espresso dubbi sul fatto che possa costruire in volumi elevati una nuova vettura senza possedere stabilimenti ad alta capacità produttiva. Elon Musk comunque non si arrende. Per chi è riuscito a farsi dare 1.000 dollari in cambio solo del disegno di un’auto, la realtà è un dettaglio trascurabile. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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