venerdì 23 agosto 2013
Sull’Iva si prenderà più tempo, ma in ogni caso si pensa di ricorrere alla «proposta Fassina-Brunetta» con l’anticipo al 2013 del pagamento di ulteriori 10 miliardi di debiti arretrati dello Stato.
Baretta: il 28 aboliamo l'Imu, via alla Service tax
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Rimane corta la coperta dei fondi necessari a dare una soluzione alla complessa partita dell’Imu. Premesso che base dell’intesa raggiunta mercoledì fra Letta e Alfano - l’unica della serata, aspra invece sul resto - riguarda il decreto, da varare il 28, che conterrà il superamento dell’Imu e il contemporaneo passaggio a una Service tax comunale (comprensiva della Tares, la nuova tassa sui rifiuti e gli altri "servizi indivisibili", più cara delle precedenti), la questione si concentra su come gestire la transizione di questa seconda parte del 2013. È di questo che si è parlato ieri nell’incontro che c’è stato, all’ora di pranzo a Palazzo Chigi, fra il premier Enrico Letta e il suo ministro dell’Economia, Fabrizio Saccomanni, che prima aveva fatto il punto coi suoi tecnici (e che poi ha riferito anche al presidente Giorgio Napolitano).Una chiacchierata che ha messo al centro l’imposta sugli immobili, mentre non si sarebbe discusso dell’Iva, il che farebbe presagire che non si vada, la settimana prossima, verso un unico decreto-legge per affrontare i due nodi (d’altronde per evitare il passaggio al 22% dell’aliquota più alta c’è ancora un mese di tempo, fino al 1° ottobre).Il rompicapo ora è come "congedarsi" dall’Imu. L’unica certezza è la determinazione del governo a mettere sul piatto 2,4 miliardi (incluso il pagamento sui terreni agricoli) per dire definitivamente addio alla prima rata di giugno. Resta la rata di dicembre: Renato Brunetta, economista e capogruppo Pdl alla Camera, è tornato a chiedere «4 miliardi» per una conferma dell’abolizione totale sulle prime case già nel 2013, aggiungendo che «indicare le coperture spetta al Tesoro» (anche se poi lui stesso ha invitato a guardare «all’extragettito Imu» del 2012). Il Tesoro, però, non pare disposto a "scucire" più della metà: trovare 4 miliardi «è difficilissimo», si sottolinea, e altri risparmi vanno riservati per esigenze non meno necessarie, dai nuovi fondi (per 1 miliardo) per la Cassa "in deroga" ai lavoratori a quelli per gli esodati. Quanto all’Iva, al di là dei tempi della soluzione, l’orientamento è di ricorrere alla "proposta Fassina (il vice-ministro Pd dell’Economia)-Brunetta", in pratica una partita di giro: i due puntano ad anticipare al 2013 il pagamento di ulteriori 10 miliardi di debiti arretrati dello Stato con le imprese, in modo da generare un miliardo circa di maggiori versamenti Iva che tornerebbero così al Tesoro.Anche se via XX Settembre reputa «problematico» far partire strutturalmente da dicembre la nuova imposta che sulla carta dovrebbe "pesare" soprattutto dalla seconda casa in su, non si esclude però che alla fine si chiederà agli italiani di versare un tot per non far saltare i conti. Per favorire la transizione alla Service tax, il Tesoro girerebbe appunto ai Comuni 2 miliardi. E qui si apre un’ulteriore disputa, se questi 2 miliardi debbano essere garantiti dal Tesoro solo per il 2013 o anche negli anni successivi.Anche se formalmente vedrà la luce già il 28 agosto, la Service tax sarà poi da costruire. «Se ne riparlerà nella legge di Stabilità», ha sostenuto Graziano Delrio, il ministro degli Affari regionali, «se dobbiamo prenderci una o due settimane in più per decidere su questa nuova imposta non sarà un male». Delrio crede in ogni caso che «possa essere esentato il 70% degli italiani», prendendo come parametri il reddito, il numero dei figli, la grandezza dell’abitazione. E, forse, anche il quartiere dove è ubicato, per colpire di più gli immobili di maggior pregio.
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