venerdì 8 novembre 2019
Il rapporto sulle locazioni 2018 di Solo Affitti. Milano resta la più cara con un canone medio di oltre 1200 euro, il doppio rispetto alla media nazionale
Canoni di affitto tornati a livello pre-crisi
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Con l’incremento del 2,1% registrato quest’anno, prosegue la risalita dei canoni di locazione delle abitazioni arredate verso i livelli pre-crisi, con prezzi medi mensili che si sono attestati a 616 euro contro i 641 euro del 2009. È quanto emerge dal Rapporto sulle locazioni 2018 di Solo Affitti, rete immobiliare specializzata nella locazione con circa 300 agenzie, elaborato con il supporto scientifico di Nomisma.

“Per colmare il divario rispetto al 2009 – afferma Silvia Spronelli, presidente di Solo Affitti – mancano ormai solo 4 punti percentuali che corrispondono a circa 25 euro mensili. A impattare sulla risalita dei prezzi di affitto sono soprattutto dinamiche legate all’offerta di immobili, non sufficienti a soddisfare le richieste nel comparto residenziale, in particolare nelle zone centrali delle principali città. È soprattutto il fenomeno degli affitti brevi, particolarmente rilevante in città come Bologna, Firenze e Milano, a ‘spostare’ appartamenti dal settore abitativo verso quello turistico, causando rialzi generalizzati”.

Bologna, Bari, Palermo e Milano trainano la crescita dei canoni. Solo Affitti ha registrato gli incrementi maggiori dei canoni a Bologna (+9,8%), Bari (+6,9%) e Palermo (+6,8%), seguite a stretto giro da Milano (+6,3%) e Genova (+5,9%). In decisa controtendenza Roma (-4,5%), dove la revisione degli accordi territoriali da un lato ha favorito l’incremento del numero dei contratti a “canone concordato” e dall’altro ha ridimensionato i prezzi a fronte di consistenti agevolazioni fiscali per i proprietari. In calo anche Cagliari (-4,2%) e Napoli (-3,2%).

Milano, con una media di 1.234 euro al mese per le case arredate, si conferma il capoluogo più caro d’Italia per andare in affitto. Si allarga il divario dei canoni di locazione rispetto alla Capitale (884 euro): dal +25% del 2018 al +39,6% di quest’anno. Tra i capoluoghi più “cari d’Italia” ci sono anche Bologna (793 euro) e Firenze (764 euro), tallonate da Venezia (753 euro) e Trento (735 euro). Come già rilevato negli ultimi anni Catanzaro (368 euro), Perugia (409 euro) e Potenza (426 euro) sono i capoluoghi con gli affitti più a buon mercato.

I tagli immobiliari più ricercati nel 2019 sono il monolocale (17,4%), in crescita rispetto al 2018 (15,3%) e il bilocale (33,7%), che rispetto allo scorso anno (36,6%) perde qualche punto. I monolocali vanno per la maggiore soprattutto nelle zone di pregio (23,7%) e nei centri storici (24%). Il bilocale è apprezzato sia nei centri storici (35,6%) sia nei quartieri semicentrali (34%). La prima motivazione dell’affitto resta l’abitazione principale (46,2%), seguita da lavoro (33,2%) e studio (18%), in linea con quanto rilevato lo scorso anno. In testa sempre le famiglie senza figli (39%), in discesa di 2,5 punti percentuali, in coerenza con il calo della richiesta di bilocali. Seguono quelle con figli (23,2%, in salita di 1 punto percentuale), aumenta chi vive in affitto da solo (23,8%, +1,5 punti percentuali, in linea con il dato della crescita dei monolocali), stabile al 14% la condivisione. Gli inquilini sono sempre prevalentemente italiani (69%) e poco più del 30% stranieri (18% extracomunitari e 13% comunitari). Chi va in affitto ricade soprattutto nella fascia di età 25-35 anni (37,4%) e 35-50 anni (34,6%, +3 punti percentuali), mentre calano gli under 25 anni.

Tempi di affitto più rapidi. Cagliari batte tutti. L’incremento della domanda di case in affitto ha portato una riduzione dei tempi di ricerca della casa in affitto: da una media di 1,9 mesi nel 2018 a una di 1,7 quest’anno. I capoluoghi dove si arriva prima alla firma del contratto sono Cagliari (24 giorni) Bologna e Firenze (27 giorni ciascuna). Canone concordato sempre “il più gettonato: dal 68,2% del 2018 al 72,3% di quest’anno. Al risultato hanno contribuito i contratti 3+2 (42,3%), quelli per studenti universitari fuori sede (12,9%) e quelli transitori (17,2%). A favorire il successo del contratto a canone concordato è la possibilità per i proprietari di accedere alla cedolare secca al 10% (anziché al 21%) e allo sconto del 25% sull’IMU, misure al momento confermate nella manovra finanziaria del Governo. Solo Affitti ha registrato percentuali di utilizzo molto basse a Milano (20,7%), città in cui i prezzi di affitto calmierati (“concordati” tra associazioni dei proprietari e degli inquilini) sono ancora lontani dai canoni di mercato. In deciso calo l’utilizzo del contratto “libero 4+4” (dal 27,2% al 24,8% del 2019) e di quelli completamente liberi (dal 4,6% al 2,9% di quest’anno).

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