sabato 2 gennaio 2016
Per la presidente del Cup (Comitato unitario delle professioni) e del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro (nella foto) «la sfida più importante lanciata proprio dal Jobs act è proprio quella di passare dalle politiche passive e dell'assistenzialismo all'incentivazione e all'accompagnamento al lavoro delle persone».
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"Per i professionisti italiani il 2016 si apre con un ventaglio di opportunità, ma anche di sfide per l'attuazione dei decreti previsti dal Jobs act". Lo dice Marina Calderone, presidente del Cup (Comitato unitario delle professioni) e del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro. "Tante norme nuove - assicura - ci vedranno impegnati soprattutto nell'area giuridico-economica per dare l'assistenza maggiore e più qualificata alle imprese. Forse è ancora presto per poter dire che guardiamo al futuro in chiave ottimistica, certamente lo faremo con un'attenzione a quello che ci circonda, ai bisogni delle persone, intese sia come singoli cittadini che come realtà organizzate in imprese e come istituzioni. Il nostro è un ruolo sociale importante che è quello di favorire i processi tra persone e organizzazioni. Per questo, abbiamo tanti obiettivi da raggiungere e tanti banchi di prova da superare".  "Negli anni passati - fa notare Marina Calderone - il mondo delle professioni ha attraversato un periodo di grande difficoltà; sono stati anni difficili in cui abbiamo dovuto lavorare moltissimo per contrastare quelli che erano gli indicatori di una crisi senza precedenti. Molte imprese hanno chiuso i battenti e molti studi professionali hanno avuto le loro difficoltà. Possiamo, però, affermare che i professionisti hanno utilizzato il periodo della crisi per ritarare la loro offertaprofessionale e per prepararsi a quelle che sono le sfide del futuro. Per questo, al 2016 guardiamo con interesse e soprattutto con l'intento di intercettare quei timidi segnali di ripresa che abbiamo avvertito in questi mesi, cercando di dare il nostro contributo per renderli strutturali. Per i consulenti del lavoro c'è anche la sfida dell'attuazione di tutti i decreti del Jobs act con le nuove funzioni che il legislatore ha voluto attribuire alla categoria, rafforzando di quella funzione terza che noi svolgiamo nel mondo del lavoro"."Del resto - ammette la presidente del Cup e del Consiglio nazionale dell'Ordine dei consulenti del lavoro - la sfida più importante lanciata proprio dal Jobs act è proprio quella di passare dalle politiche passive e dell'assistenzialismo all'incentivazione e all'accompagnamento al lavoro delle persone. I consulenti del lavoro ci sono attraverso la Fondazione, la nostra Agenzia per il lavoro, i 106 Consigli provinciali, dislocati su tutto il territorio e quei 28mila professionisti che esercitano la professione e che sono un punto di riferimento importante per le comunità".
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