lunedì 30 dicembre 2013
Soprattutto fra i giovani sotto i 30 anni che negli ultimi quattro anni (2010-2013) hanno visto diminuire anche la loro quota complessiva tra i lavoratori dipendenti dal 18,9% al 15,9%.
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Nel 2013 scende il numero di lavoratori con contratto a tempo indeterminato, soprattutto fra i giovani sotto i 30 anni che negli ultimi quattro anni (2010-2013) hanno visto diminuire anche la loro quota complessiva tra i lavoratori dipendenti dal 18,9% al 15,9%. È quanto emerge dal Rapporto sulla coesione sociale elaborato dall'Istat.Il numero medio di lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato, si legge nel Rapporto, nel 2013 è diminuito rispetto all'anno precedente (-1,3%) attestandosi a quota 10.352.343. Il fenomeno ha riguardato soprattutto i lavoratori più giovani (under 30) che sono diminuiti del 9,4%. Nel periodo 2010-2013 il peso dei giovani rispetto al complesso dei lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato è passato dal 16,8% al 14,0%.Il lavoro dipendente nel suo complesso conta nel 2013 circa 11 milioni 963mila occupati, in diminuzione rispetto agli oltre 12 milioni dell'anno precedente, anche se il 2013 è da considerarsi provvisorio in quanto riferito alla media dei soli primi sei mesi. La diminuzione riguarda tutto il Paese ed è particolarmente accentuata nelle Isole (-5,2%) e nel Sud (-4,0%), mentre il Centro (-2,7%), il Nord-Ovest (-1,7%) e il Nord-Est (-2,1%) presentano un calo minore. Aumenta il peso relativo della quota femminile, dal 40,9% del 2010 al 41,9% del 2013. Fra i lavoratori dipendenti nel 2013 è prevalente la componente degli operai, che con6.193.087 lavoratori rappresenta il 51,8% del totale, contro il 39,7% degli impiegati, il 3,7% degli apprendisti, il 3,6% dei quadri e l'1% dei dirigenti.
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