giovedì 30 marzo 2017
Con il supporto dell'Ente parco e di alcuni Comuni rinasce un antico mestiere con 50 giovani (dieci donne)
Aspromonte, riecco i pastori. In cooperativa
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"Non è bella la vita dei pastori in Aspromonte, d’inverno, quando i torbidi torrenti corrono al mare e la terra sembra navigare sulle acque". Così il poeta Corrado Alvaro descriveva la sua "Gente in Aspromonte". Un profilo, quello del pastore, ammantato da tanti cliché che grazie alla Cooperativa "La Via Lattea" saranno superati. Nasce, infatti, in alcuni comuni del cuore roccioso di Reggio Calabria un’esperienza di sviluppo eco-compatibile che mette insieme 50 giovani, tra cui una decina di donne, che hanno deciso di declinare al futuro una delle professioni più antiche. La pastorizia aspromontana è anche fonte di una micro-economia che nel tempo ha prodotto eccellenze come il Caciocavallo di Ciminà, in un comune di 700 anime della Locride all’interno dell’Ente parco nazionale dell’Aspromonte che ha sposato l’idea dei giovani pastori di avviare una filiera casearia: dalla pastorizia sino alla commercializzazione. Diverse le professionalità che andranno a rimpinguare tutti i borghi dell’entroterra calabrese, territorio provato dallo spopolamento.

«Con questo progetto abbiamo messo al centro del nostro cammino l’uomo – ci spiega Giuseppe Bombino, presidente dell’Ente Parco Nazionale dell’Aspromonte – accompagnando i pastori in un percorso di formazione e regolamentazione dei processi produttivi con l’obiettivo di restituire dignità a una figura troppo spesso non gratificata, ma sempre pronta a fungere da "sentinella" del territorio».
Un ruolo suffragato dall’attivismo nell’ambito della campagna antincendio nel Parco, sin dal 2015. Dinamicità confluita in un progetto con diverse fasi: dalla formazione professionale dei giovani alla tutela del "cane da guardiania calabrese", razza autoctona. Il processo agro-alimentare andrà a investire i territori grecofoni della Città metropolitana di Reggio Calabria. La montagna che accolse la cultura occidentale, attraverso la Magna Grecia, quindi intende procedere verso l’innovazione attraverso l’aumento di standard qualitativi della produzioni con un supporto operativo della pubblica amministrazione: accanto alla lungimiranza dell’Ente Parco, infatti, vi è stata la sensibilità dei comuni di Staiti, Bova e Condofuri che hanno dato disponibilità all’utilizzo di immobili per aprire il caseificio eco-compatibile.

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