mercoledì 12 settembre 2018
L'Istat registra una contrazione dell'1,8% rispetto a giugno e una flessione dell'1,3% anche rispetto a luglio 2017. Si tratta del primo calo tendenziale a partire da giugno 2016
Brusco calo per la produzione, il primo da due anni
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La produzione industriale a luglio cala dell'1,8% rispetto a giugno e perde l'1,3% rispetto a un anno prima. Lo riferisce l'Istat, precisando che, in termini annui, la variazione dell'indice corretto per gli effetti di calendario è negativa per la prima volta da giugno 2016, a segnalare un mix di debolezza delle domanda estera e interna che aumenta i rischi al ribasso sul Pil. Resta tuttavia positiva la media dei primi sette mesi, in cui la produzione è cresciuta del 2% su base annua.

Entrando nel dettaglio, a luglio l'indice destagionalizzato mensile mostra diminuzioni mensili in tutti i comparti della produzione, dai beni strumentali (-2,2%) ai i beni di consumo (-1,7%) dai beni intermedi (-1,2%) all'energia (-0,8%), anche se in misura più contenuta. Gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano a luglio 2018 una lieve crescita annua solamente per il raggruppamento dei beni strumentali (+0,7%), mentre variazioni negative si registrano per i beni intermedi (-2,2%), i beni di consumo (-1,9%) e l'energia (-1,4%).

"Brusca discesa a luglio per la produzione industriale - commenta l'istituto statistico - che mostra una diminuzione anche su base trimestrale. L'indice destagionalizzato conferma una elevata variabilità mensile nel corso del 2018, con un orientamento alla diminuzione". L'Istat evidenzia che "solo per i beni strumentali si registra una certa tenuta dei livelli produttivi: è inoltre l'unico raggruppamento di industrie a mantenere una moderata crescita tendenziale a luglio".

"È un dato molto debole all'inizio del terzo trimestre, che aumenta il rischio la produzione possa dare un contributo negativo al Pil", commenta Loredana Federico, economista di UniCredit, che imputa il rallentamento a una debolezza della domanda estera legata alle tensioni sul commercio internazionale, cui si aggiunge un'anemia di quella interna.

Se è vero che i mesi estivi sono caratterizzati da una marcata volatilità, l'indebolimento della produzione era stato ampiamente anticipato dalle indagini congiunturali.

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