Alla fine è stato trovato l’accordo per il centro logistico Amazon a Castel San Giovanni, nel Piacentino. L’intesa – siglata dai rappresentanti dei lavoratori a livello aziendale e dai vertici del colosso del commercio elettronico – e che viene definita 'storica' dagli stessi sindacati, Filcams-Cgil, Fisascat Cisl, Uiltucs Uil e Ugl Terziari, è stata trovata sulla tematica dell’organizzazione dei turni di lavoro ed è stata sottoposta a un referendum che ha raccolto quasi 500 voti, poco meno di un terzo dei lavoratori che ha incassato il 68,6% dei 'si'.
L’accordo, che sarà in vigore per un anno in via sperimentale, a partire dal 17 giugno, «prevede il superamento dei turni fissi pomeridiano e notturno e la ridefinizione dei turni di lavoro, articolati su tre fasce orarie per complessive 40 ore prestato su cinque giorni alla settimana », ha spiegato la Fisascat. Prevede anche una piccola maggiorazione – dal 15% dell’attuale contratto al 25% – per il lavoro notturno eseguito su base volontaria e una diversa organizzazione per quanto riguarda i fine settimana.
«È un accordo 'pilota ' importante ed innovativo che speriamo possa estendersi a tutti gli stabilimenti italiani di Amazon ed anche in tutta Europa» ha commentato con una nota la segretaria generale della Cisl, Annamaria Furlan. «Le organizzazioni sindacali sono riuscite a contrattare la flessibilità degli orari» ha aggiunto e pure a «regolare i turni nel fine settimana », a «ottenere migliori condizioni ed anche giuste maggiorazioni economiche legate alla produttività». E «per la prima volta un colosso multinazionale dell’e-commerce ha riconosciuto il ruolo e la funzione delle relazioni sindacali». Inoltre, è stata «superata l’obbligatorietà del lavoro notturno e dei turni pomeridiani, un fatto estremamente positivo». «Un accordo moderno», conclude, che «riempie di soddisfazione e premia le battaglie dei lavoratori e del sindacato, in particolare della nostra Fisascat Cisl, impegnata a contrattare una flessibilità organizzativa, giuste tutele e garanzie di partecipazione anche per questi lavoratori di una multinazionale in espansione».
