venerdì 20 maggio 2016
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L’Ue divisa sul rinnovo all’uso del glifosato Italia e Francia per il no. Slitta la decisione BRUXELLES Glifosato. Il normale consumatore non ne ha mai sentito parlare, ma è proprio su questo diserbante che a Bruxelles è in corso una battaglia. Il glifosato è molto usato in agricoltura e nei giardini, ed è considerato dagli addetti praticamente insostituibile. Solo che l’attuale autorizzazione Ue scade il 30 giugno, ma alcuni Stati membri non vogliono che sia rinnovata. Contro la sostanza si sono schierate inoltre 38 Associazioni della coalizione italiana #StopGlifosato – come Greenpeace, Wwf e Legambiente – e oltre 1,4 milioni di cittadini europei che hanno firmato una petizione. Il motivo è semplice: la Iarc (Agenzia internazionale per la ricerca sul cancro, che afferisce all’Organizzazione mondiale per la sanità) ha definito la sostanza, un anno fa, come «probabilmente cancerogena». Un verdetto in realtà non condiviso: l’Agenzia europea per la sicurezza alimentare (Efsa) ha definito «improbabile» la possibilità di rischi per la salute, visto che «non vi è alcuna prova scientifica» a supporto di tale indicazione. E anche il Jmpr (organismo che si occupa degli effetti dei pesticidi, che fa capo alla stessa Oms e alla Fao) afferma che «è improbabile che il glifosato costituisca un rischio tumorale per gli esseri umani». Fatto sta che, mentre 19 stati membri si sono dichiarati a favore del rinnovo, hanno detto un chiaro no Francia e Italia, con l’astensione della Germania, della Svezia e dell’Olanda, con il risultato che la maggioranza qualificata richiesta dalle norme Ue non c’è. Non è servito che la Commissione Europea avesse proposto di ridurre da quindici a nove il numero di anni di rinnovo, o la clausola che gli Stati membri possano approvare restrizioni a livello nazionale: ieri il Comitato permanente su piante, animali, alimenti o mangimi dell’Ue ha dovuto rinviare una decisione sul rinnovo. Il Parlamento Europeo ha proposto una soluzione di compromesso, che però la Commissione non ha ascoltato. E cioè limitare a sette anni il rinnovo dell’autorizzazione, consentendo inoltre la vendita della sostanza alle sole aziende agricole, vietandone invece l’utilizzo nei parchi pubblici e nelle aeree urbane, con la clausola di salvaguardia di un annullamento immediato in caso di nuovi e più sicuri dati scientifici sulla sua dannosità. «La Commissione – ha detto un portavoce del commissario europeo alla Salute Vytenis Andriukaitis – a questo punto rifletterà su quanto emerso dalle discussioni. Se non sarà presa una decisione entro il 30 giugno, il glifosato non sarà più autorizzato nell’Ue e gli Stati membri dovranno ritirare l’autorizzazione su tutti i prodotti basati sul questa sostanza ». L’ultima chance potrebbe essere una soluzione 'tampone': rinnovare l’autorizzazione fino al 2017, quando è attesa la valutazione dell’Agenzia europea per le sostanze chimiche. © RIPRODUZIONE RISERVATA
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