domenica 2 febbraio 2020
La Sipa del gruppo Zoppas ha brevettato il primo impianto per fare bottiglie al 100% con plastica di riciclo, ma la legge italiana obbliga a usare almeno il 50% di materiale 'vergine'
L'impianto che produce bottiglie di plastica totalmente riciclata

L'impianto che produce bottiglie di plastica totalmente riciclata

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Treviso più che un paradosso promuovere la raccolta differenziata, magari fino al 90% come accade in alcuni paesi della Marca Trevigiana, e tarpare le ali ad un’industria del riciclo della plastica solo perché le bottiglie in riciclata non possono superare il limite del 50%. Eppure così accade alla Sipa di Vittorio Veneto, del Gruppo Zoppas Industries Heatiung Element Technologies che ha creato, 4 anni fa, Xtreme Renew, il rivoluzionario sistema che permette la produzione di bottiglie realizzate integralmente da plastica riciclata per uso alimentare e non, partendo dagli scarti industriali nello stesso processo produttivo e rendendo quest’ultimo economico e sostenibile. Un impianto che ieri è stato visitato dal presidente nazionale di Legambiente, Stefano Ciafani e che è stato già esportato in Giappone, dove produce 300 milioni di preforme l’anno e che presto verrà installato in Brasile, in Polonia e di nuovo in Giappone.

«Si tratta di una soluzione fortemente innovativa – spiega Gianfranco Zoppas, fondatore di Zoppas Industries –, che consente una rilevante riduzione dell’impatto ambientale: grazie alla tecnologia che abbiamo brevettato, infatti, è possibile riutilizzare il 100% di plastica riciclata». Inoltre, l’ottimizzazione dei processi di produzione delle preforme, partendo da scaglie di bottiglie riciclate, porta a un risparmio di energia di quasi il 30% e una riduzione delle emissioni di CO2 del 79% rispetto alla produzione di contenitori ottenuti utilizzando materiale vergine. Un impianto da vera e propria economia circolare. Di fronte a una così significativa innovazione, Ciafani confessa la perplessità sul limite 50%. «In Italia siamo in grado di fare cose straordinarie, come dimostra questa esperienza, ma bisogna superare certi limiti sui rifiuti che per la normativa non possono essere avviati a riciclo. Per la legge italiana c’è l’obbligo di arrivare al 50% di riciclo del Pet per produrre nuove matricole ma dobbiamo raggiungere il 100%. L’Europa dice che bisogna avviare a riciclo tutti i rifiuti che possono essere riciclati. La normativa italiana è un’anomalia che dev’essere rimossa».

Il presidente di Legambiente si è impegnato con la Sipa a convincere Parlamento e governo che l’economia circolare si fa anche con normative che semplificano il riciclo perché ci sono troppi ostacoli non tecnologici allo sviluppo dell’economia circolare. Recentemente, il Parlamento ha approvato una mozione che impegna il governo a presentare un provvedimento per modificare la norma. Ogni anno circa 8 milioni di tonnellate di plastica finiscono negli oceani e si stima si arrivi a un totale di circa 150 milioni. Intervenire nei processi di riduzione della plastica è quindi un impegno che le aziende devono prendere, hanno condiviso Legambiente e Sipa. Anche la legislazione sta cambiando. La Commissione europea ha emanato nuove norme in tema di materie plastiche in un’ottica di economia circolare. Secondo i piani, gli imballaggi in plastica nel mercato europeo dovranno contenere percentuali di materiale riciclato sempre più elevati ed entro il 2025 gli Stati membri dovranno raccogliere il 90% delle bottiglie di plastica monouso per bevande. In Italia, questa soluzione non è possibile per un vecchio vincolo.

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