mercoledì 24 ottobre 2012
​Il presidente dell’Autorità per l’energia e il gas: «La strategia del governo mette ordine in una materia complessa, ora non resti solo un libro dei sogni».
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Saper risparmiare oggi per poter investire domani. «Servono regole chiare, grande trasparenza nei confronti dei cittadini consumatori e più equità». La ricetta di Guido Bortoni, a capo dell’Autorità per l’energia elettrica e il gas dal febbraio 2011, è insieme un messaggio al governo, che sta per definire la Strategia energetica nazionale, e un invito alle famiglie e alle imprese. Crescere è possibile mettendo in atto comportamenti virtuosi, sin da subito, e il territorio resta il primo banco di prova per chi scommette sullo sviluppo. «Vuole un esempio? Con il decreto salva-Italia ci sono state attribuite competenze anche sull’acqua, un tema socialmente ancor più rilevante dell’energia. Ogni giorno, in un campo per noi del tutto nuovo, misuriamo la distanza tra ciò che andrebbe fatto subito, con grande urgenza, e non si fa, per rispondere a una grande emergenza sociale: la disponibilità di un bene fondamentale come l’acqua, che si può garantire solo partendo da forti investimenti».È la distanza che l’Authority prova tutti i giorni a colmare, non senza difficoltà, ascoltando la voce (e le richieste) di numerosi interlocutori, dall’associazione delle famiglie numerose alle diverse categorie d’impresa, dai Comuni al Forum dell’acqua. «Mai come adesso è indispensabile alzare il livello di conoscenza e di informazione di milioni di utenti – spiega Bortoni, che oggi è atteso da un’audizione sul piano del governo in Parlamento –. È vero, il peso delle bollette nella finanza domestica a ottobre è cresciuto, ma posso ragionevolmente anticipare che dall’aprile prossimo, saranno possibili ribassi sul fronte del metano. Speranze analoghe ci sono anche per l’elettricità, ma andranno confermate nei prossimi mesi».Ingegner Bortoni, la Strategia energetica nazionale punta ad aumentare l’autonomia dell’Italia in materia di approvvigionamento. È un obiettivo realistico da qui al 2020?Il programma del governo è il benvenuto, perché punta a mettere ordine in una materia complessa. Il mercato dell’energia ha bisogno di un orizzonte chiaro, che va al di là dei cicli politici. La vera sfida resta adesso la realizzazione: per evitare il rischio di un libro dei sogni, chiediamo che venga stabilito "chi fa cosa" e siamo disponibili a fare la nostra parte nell’attuazione delle linee guida che verranno decise dall’esecutivo.Come giudica la scelta di rilanciare le fonti rinnovabili, superando contemporaneamente la fase degli incentivi di Stato?Nel marzo scorso, abbiamo segnalato il peso crescente delle fonti verdi in bolletta e il governo è intervenuto su quella parte, pari a circa 10 miliardi e mezzo di euro solo nel 2012, pagata dai consumatori elettrici direttamente in bolletta. Finora si è deciso di puntare tutto sulle rinnovabili elettriche, spesso scommettendo come è accaduto per il fotovoltaico su tecnologie in via di superamento. Il punto è che non ci sono solo il solare e l’eolico, ma fonti termiche di grande potenziale come le biomasse su cui investire. Poi in questi anni ci siamo dimenticati del grande tema dell’efficienza energetica.Perché risparmiare energia conviene?Il successo dei certificati bianchi, che certificano i risparmi energetici negli usi finali di energia, e delle detrazioni fiscali del 55% per chi ha installato tecnologie efficienti, così come le buone pratiche domestiche, a partire dalla sostituzione delle vecchie lampadine a incandescenza, hanno già consentito forti risparmi al sistema. Eppure quasi nessuno se n’è accorto: l’Italia aveva e ha un grande potenziale cui attingere grazie al risparmio energetico, basti pensare alle aziende leader nel settore dell’edilizia verde e delle pompe di calore. L’efficienza energetica può essere davvero un obiettivo di politica industriale.Nel frattempo, gli italiani pagano sempre più cari luce e gas, come hanno dimostrato i rialzi di ottobre. In prospettiva, ci sono margini per una riduzione dei prezzi?Sul gas, salvo improvvisi sconvolgimenti di mercato, si va verso un ribasso dei costi per famiglie e piccole e medie imprese dal prossimo mese di aprile. Ciò avverrà grazie a un nuovo meccanismo di definizione delle tariffe, determinato con un mix di contratti di importazione di lungo periodo e una quota crescente di mercato a breve, attualmente più favorevole per i consumatori. Ci sono ragionevoli speranze entro il 2013 anche sul versante delle bollette elettriche. Più in generale, il nostro impegno è diretto a risolvere un grande problema di asimmetria informativa: aziende e produttori dispongono di una mole di dati che non è paragonabile a quella che arriva all’utenza al dettaglio, che spesso poi non è in grado di fare scelte debitamente informata. Noi dobbiamo alzare il livello di conoscenza dei consumatori finali, svolgendo un ruolo più di testimonianza che di militanza: in altre parole, i cittadini vanno accompagnati e seguiti perché non spetta al regolatore il compito di scegliere al posto loro.Eppure dalle famiglie numerose agli anziani, sino alle fasce sociali più disagiate, l’elenco dei soggetti insoddisfatti per l’alto costo delle utenze è lungo. Perché?È vero, le famiglie numerose sono molto agguerrite: le ho incontrate otto mesi fa e hanno rivolto le loro osservazioni sulle difficoltà che trovano nelle richieste per il bonus da 150 euro concesso a chi tra loro ne ha diritto. Hanno ragione: la burocrazia è un problema. Ad oggi sono state riconosciute circa 2,6 milioni di agevolazioni, di cui 1,6 milioni attualmente in corso. Il 3% riguarda i nuclei familiari con più di tre figli. Per il resto, l’Autorità rivendica con forza le molte cose fatte, come le novità introdotte sul bonus a favore dei malati gravi costretti ad usare apparecchiature elettromedicali salvavita. Un’innovazione siglata grazie all’intesa con il ministero della Salute e altrettanto ci proponiamo di fare col dicastero della Famiglia e della Cooperazione.Come rispondete a chi chiede più equità nelle tariffe?La verità è che servono modifiche all’Isee, l’indice che misura la situazione economica delle famiglie. Noi abbiamo avviato una specifica ricognizione per valutare l’impatto dei costi energetici sui diversi soggetti, attivando anche delle verifiche a campione per evitare truffe da parte di chi dovrebbe pagare.Torniamo alla Strategia energetica nazionale. Sul versante delle nuove esplorazioni petrolifere, non si rischia un nuovo flop a meno di due anni dall’archiviazione del nucleare?Sul rapporto con le comunità locali e sull’interesse nazionale, la Strategia energetica affronta un tema importante con la semplificazione del Titolo V, grazie a cui si toglie l’energia dal tavolo delle materie su cui si esercitano poteri concorrenti. Poi sarebbe importante seguire l’evoluzione del modello francese del Debât public, proprio allo scopo di sensibilizzare e coinvolgere i territori chiamati ad ospitare nuove infrastrutture.Non crede sia necessario un maggior impegno dello Stato nel mercato dell’energia? Come valuta in questo senso l’attivismo della Cassa depositi e prestiti?Vediamo con favore i processi di aggregazione tra utilities, promossi tra gli altri anche dalla Cassa depositi e prestiti. Dopo aver fatto passi da gigante nei livelli di efficienza delle reti e della distribuzione, ora si tratta di evitare i localismi. Come nel caso dello scorporo di Snam da Eni: è un’operazione che ci proietta oltre l’Italia, verso l’Europa.
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