mercoledì 10 luglio 2013
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Le Borse europee e Wall Street sono deboli e poco mosse, in attesa delle minute della Fed di stasera e dell'intervento a Boston del presidente della Federal Reserve Ben Bernanke. Una seduta condizionata dal declassamento dell'Italia operato da Standard & Poor's e dai negativi dati sulla bilancia commerciale cinese. Il Dax di Francoforte cede lo 0,11% a 8.048,76 punti, il Cac 40 di Parigi lima uno 0,08% a 3.840,53 punti, l'Ftse 100 di Londra segna -0,12% a 6.504,96 punti, l'Ibex di Madrid arretra dello 0,25% a 7.995,0 punti.Piazza Affari ha chiuso in calo una seduta condotta sempre negativamente all'indomani del downgrade di S&P: Ftse Mib -0,72% a quota 15.677 punti, All Share -0,61 e 16.679 punti. A incidere su Piazza Affari è stato in genere l'andamento ribassista dei principali mercati azionari europei, nel cui contesto Milano si è collocata tra le peggiori.  Spread sui 285 punti base nel giorno in cui il Tesoro ha collocato 9,5 miliardi di Bot. L'euro ha chiuso in rialzo sul dollaro (1,2861). Vendite diffuse sui bancari. Male Rcs. Le azioni del gruppo editoriale hanno chiuso con un ribasso del 3,66% nel giorno in cui si è svolta la prima delle cinque sedute per l'asta dei diritti sull'inoptato dell'aumento di capitale, mentre si è già conclusa con il tutto esaurito l'asta per le risparmio. Vendite diffuse sui finanziari con Intesa a -2,06%, Unicredit -1,9%, Generali -2,32%. In controtendenza Popolare Milano e Mediobanca, rispettivamente a +5,93 e +1,22 per cento. Negativi gli energetici: Eni ha limato lo 0,25%, Enel -1,78%, Terna -0,31%. In evidenza la filiera Fiat (+4,56%) all'indomani delle dichiarazioni di Sergio Marchionne che assicura investimenti in Italia purchè ci sia chiarezza sul fronte delle relazioni sindacali. Sopra la parità anche Pirelli (+0,39%). Telecom Italia e Finmeccanica in calo rispettivamente dell'1,86% e del 2,13%. Borse asiatiche, invece, contrastate. Giù Tokyo e Seul e bene Shanghai e Hong Kong. Tokyo termina in calo dello 0,39% e Seul in ribasso dello 0,34%. Shanghai avanza dell'1,7 e Hong Kong dello 0,73%. Shanghai sale, nonostante gli anemici dati sull'export e la bilancia commerciale cinese a giugno, perché i mercati si aspettano che le autorità di Pechino possano intervenire allentando la politica monetaria. Il rialzo di Shanghai influisce anche su Hong Kong.
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