martedì 26 novembre 2019
Si può rimediare entro fine anno presentando la domanda Isee (la Dsu): non si riceveranno gli arretrati, ma si avranno almeno i restanti mesi spettanti
Ultima chiamata per ottenerlo
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Ultima chiamata sul bonus bebè. Chi ha richiesto “l’assegno di natalità” (poi battezzato “bonus bebè”) per eventi avvenuti negli anni 2016 e 2017 (quando l’assegno aveva durata triennale) o nell’anno 2018 (quando la durata è stata ridotta a un solo anno), ma gli è poi stato sospeso per non aver fatto richiesta dell’Isee per l’anno 2019 (requisito essenziale per l’erogazione del bonus), può rimediare entro fine anno presentando la domanda Isee (la Dsu): non riceverà gli arretrati, ma avrà almeno i restanti mesi di bonus spettanti. Lo ha stabilito l’Inps (messaggio n. 4144/2019).

Il bonus bebè è una prestazione in vigore dall’anno 2015. Spetta ai nuclei familiari in cui sia presente un figlio nato o adottato o in affido temporaneo, in possesso di Isee fino a 25mila euro (calcolato come Isee minorenni). La misura annua del bonus dipende proprio dal valore dell’Isee. Per gli eventi del corrente anno vale: 960 euro (80 euro mensili per 12 mesi), se il valore dell’Isee è compreso tra 7.001 e 25mila euro; 1.920 euro (160 euro mensili) se l’Isee varia da 0 a 7mila euro. Per il triennio 2015/2017 l’assegno spettava dalla data di nascita o di ingresso nel nucleo familiare a seguito di adozione o affidamento preadottivo fino al compimento del terzo anno d’età o d’ingresso in famiglia; dall’anno 2018 spetta, invece, per un anno soltanto ed è prevista una maggiorazione del 20% dell’assegno nel caso di figli successivi al primo.

In base alle norme vigenti, spiega l’Inps, la Dsu (è il modello di richiesta dell’Isee) ha validità dalla presentazione fino al successivo 31 dicembre. Ne discende che, sebbene la domanda di assegno si presenti di regola una sola volta, cioè solitamente nell’anno di nascita o di adozione del figlio, è invece necessario che la Dsu venga rinnovata ogni anno perché consente la verifica dell’Isee, per ciascun anno di spettanza del beneficio.

Da verifiche, aggiunge l’Inps, è risultato che tanti cittadini hanno fatto a suo tempo domanda di assegno, per eventi avvenuti nel 2018, ma non hanno ancora presentato la Dsu per l’Isee del 2019; ciò ha comportato la sospensione dell’assegno per l’anno in corso che, stante la durata annuale della prestazione, potrebbe essere ancora corrisposto. Analogamente è risultato che molti cittadini, che hanno fatto domanda di assegno per eventi degli anni 2016 e 2017; e pure a loro è stato sospeso l’assegno per l’anno in corso che, stante la durata triennale, potrebbe ancora essere corrisposto.

A questi cittadini l’Inps concede la possibilità di ricevere ancora le restanti mensilità di bonus bebè, a patto che provvedano a presentare la Dsu per l’anno in corso (2019) entro e non oltre il prossimo fine anno. La mancata presentazione della Dsu entro il 31 dicembre 2019 (quindi il conseguente mancato possesso di Isee in corso di validità), conclude l’Inps, avrà come conseguenza la definitiva perdita delle mensilità relative all’anno 2019 e la decadenza della domanda di bonus inizialmente presentata.

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