giovedì 3 marzo 2016
Rappresenta un passo fondamentale per la loro integrazione e inclusione sociale. A questo scopo la Ripartizione lavoro promuove e sostiene una serie di progetti finalizzati a incentivare l’inserimento occupazionale delle persone con disabilità.
Nel 2015 sono 240 i disabili inseriti

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Sono oltre 1.700 le persone disabili che nel corso degli ultimi dieci anni sono state inserite nel mondo del lavoro grazie all’impegno della Ripartizione lavoro. Vi è ancora molto da fare. Ne sono consapevoli l’assessora Martha Stocker, il direttore della Ripartizione lavoro, Helmuth Sinn, e il direttore del Servizio lavoro, Georg Ambach.L’inserimento delle persone disabili nel mondo del lavoro rappresenta un passo fondamentale per la loro integrazione e inclusione sociale. A questo scopo la Ripartizione lavoro promuove e sostiene una serie di progetti finalizzati a incentivare l’inserimento occupazionale delle persone disabili.L’assessora provinciale al lavoro, Martha Stocker, il direttore della Ripartizione lavoro, Helmuth Sinn, ed il direttore del servizio lavoro, Georg Ambach, hanno tracciato un bilancio dell’attività svolta a favore dell’inserimento lavorativo delle persone disabili e delineato le sfide che ancora vi sono per giungere ad un’effettiva inclusione sociale e lavorativa di tutte le persone disabili."Il lavoro significa valorizzazione, rafforza l’autostima e consente di strutturare la nostra vita - ha affermato l’assessora Stocker -. Per questo abbiamo attribuiamo una particolare importanza alla legge nr.6 del luglio 2015 sulla Partecipazione ed inclusione delle persone disabili. Le norme di attuazione della nuova legge provinciale sono attualmente in fase di elaborazione".Nel corso degli ultimi dieci anni sono state inserite nel mondo del lavoro provinciale, grazie alla mediazione della Ripartizione lavoro, oltre 1.700 persone con disabilità, oltre 170 all’anno e nel corso del 2015 il loro numero ha raggiunto le 240 unità. "Il nostro obiettivo prioritario - ha aggiunto il direttore Helmuth Sinn - è quello di giungere a un collocamento mirato, grazie al quale siamo in grado di collocare la persona più appropriata nel posto a lei più adatto, dando avvio in questo modo a un rapporto di lavoro più duraturo e soddisfacente sia per il lavoratore che per il datore di lavoro". Presso i centri di mediazione lavoro alla fine del 2015 risultavano complessivamente 776 disabili iscritti aventi diritto al collocamento mirato. Gli iscritti vengono avviati al lavoro sulla base delle misure stabilite dalle competenti commissione mediche e in funzione delle qualifiche professionali da questi possedute e richieste dalle aziende.Hanno diritto al collocamento obbligatorio invalidi civili con una disabilità fisica, psichica, sensoriale o mentale  superiore al 45%, invalidi del lavoro con un’invalidità superiore al 33%. Sono obbligate ad assumere una persona disabile le imprese che hanno un numero di dipendenti compreso tra 15 e 35, due disabili tra 36 e 50 dipendenti e oltre i 50 dipendenti un numero di persone disabili pari al 7% della forza lavoro.In provincia di Bolzano le aziende private soggette all’obbligo d’assunzione di persone disabili sono 1.310. Alla data del 31 dicembre 2015 risultavano occupate presso queste aziende 1.076 persone disabili assunte obbligatoriamente. A queste assunzioni vanno aggiunte quelle delle persone disabili che hanno trovato lavoro autonomamente e che non sono state assunte tramite il collocamento mirato. In base alle denunce del personale effettuate dalle aziende private sono 2.502 i posti di lavoro tuttora scoperti destinati alle persone disabili, mentre negli enti pubblici questo numero ammonta a 580 unità.  Il maggiore ostacolo all’inserimento lavorativo delle persone disabili, è rappresentato dalla differenza tra le competenze e i profili richiesti dalle aziende, mentre per il pubblico impiego un problema è spesso rappresentato dal requisito del bilinguismo.  "L’amministrazione provinciale ha comunque deciso di mettere a disposizione 40 nuovi posti di lavoro per persone disabili", ha sottolineato l’assessora Stocker. Un altro strumento importante per l’inserimento lavorativo delle persone disabili è rappresentato dalle convenzioni di affidamento che consentono loro di mettere in atto e sviluppare le proprie capacità lavorative ed alle aziende di effettuare una scelta consapevole rispetto all’assunzione. Questa conoscenza reciproca fra persona disabile e azienda incide positivamente sulla durata del conseguente rapporto di lavoro. Le convenzioni di affidamento hanno una durata media di tre anni. Attraverso il ricorso a tali misure, ogni anno in media circa 390 persone vengono assistite dai centri di mediazione lavoro in collaborazione con i servizi sanitari e sociali. In particolare, 170 persone fruiscono di un progetto di osservazione e addestramento, che dura mediamente due anni; 190 fruiscono di un progetto d’inserimento lavorativo assistenziale, che ha solitamente una durata pluriennale; gli altri 29 sono i progetti di avviamento al lavoro.Per favorire l’integrazione lavorativa delle persone disabili o per assicurare il mantenimento del loro posto di lavoro svolgono un ruolo importante anche gli incentivi economici ai datori di lavoro.Si tratta del rimborso totale o parziale degli oneri sociali commisurato al tipo e al grado d’invalidità nonché all’effettiva mancata produttività. Il rimborso degli oneri sociali può essere concesso fino ad un massimo di 8 anni e in casi eccezionali anche più a lungo.Nel 2015, analogamente ai dieci anni precedenti, sono state agevolate le assunzioni di circa 500 persone disabili presso oltre 400 aziende private per un importo complessivo di 2,1 milioni di euro.Le principali novità introdotte nel mercato del lavoro sono: la denuncia del personale riferito al 31 dicembre 2015 deve essere effettuata entro il 29 febbraio 2016; dal 1° gennaio 2016 tutte le aziende possono fare richiesta nominativa delle persone da assumere ai fini della quota d’obbligo; le persone che erano già disabili prima della costituzione del loro rapporto di lavoro, anche se non assunti tramite il collocamento obbligatorio, sono computati nella quota di riserva nel caso in cui presentano una invalidità superiore al 60 % o una disabilità intellettiva o psichica superiore al 45%.
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