venerdì 10 maggio 2013
​Da Bologna sono state lanciate le proposte alla politica per migliorare il comparto e rendere ancora più visibili imprenditori e professionisti del settore digitale. Tra queste: connessione wi-fi disponibile e pubblica; alfabetizzazione digitale; digitalizzazione delle piccole e medie imprese.
Intervista a Giampaolo Colletti, fondatore di Wwworkers
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​Per due giorni a Bologna si sono ritrovati i lavoratori della rete. Una rappresentanza dei circa 700mila tra imprenditori, liberi professionisti o dipendenti che operano con le nuove tecnologie. Un segnale di speranza in un periodo di crisi e di disoccupazione giovanile a livelli d’emergenza. «Ci siamo ritrovati qui – spiega Giampaolo Colletti, fondatore di Wwworkers.it - perché siamo coloro che aiutano il made in Italy a farsi conoscere nel mondo, ma talvolta siamo costretti a espatriare. Siamo quelli che creano oltre il 2% del Pil, ma sembriamo ai più ancora invisibili. Con la community Wwwworkers abbiamo raccolto dieci azioni e chiediamo a chi ci governa di scommettere su di noi , di guidare una rivoluzione industriale che parta dalla rete e che porti nuovo l’Italia a creare ricchezza e lavoro».Nel capoluogo emiliano sono entrati in contatto diverse realtà produttive, ma soprattutto esperienze umane. C’è Andrea Caporizzi, ex quadro di una multinazionale che ha preferito licenziarsi e seguire la sua passione: cuoco a domicilio. E poi Giuseppina Ibba, che con il suo sito Alia verba scrive romanzi su richiesta. E ancora Paolo, Francesco e Marco, contadini digitali che nel 2003 hanno rilevato l’aranceto del nonno e creato un sito che integra social network ed e-commerce. Oppure Paolo Ferrari che grazie alla rete consente a chi è in città di mangiare frutta e verdura biologica di stagione: basta un semplice clic per ordinare e ricevere a domicilio i prodotti. O Silvia Bertolucci, ecoartigiana digitale, che dopo aver girato per decenni in tanti mercati, fiere ed eventi di borgata, ha deciso di parcheggiare il furgoncino e di accendere il computer. Ora vive a Tavernelle Val di Pesa, sulle colline toscane, vendendo in tutto il mondo oggetti artigianali ecobio. E infine Filippo Ronco, che ha creato la prima community enogastronomia in Italia (più di 10mila iscritti, di cui 500 dall’estero); Francesco Curari, 20 anni, di Matera, che on line e in app orienta i cittadini nella raccolta differenziata dei rifiuti; Carlo Pasquini, con la sua agenzia di viaggi on line specializzata in settimane bianche in Europa.La creatività italiana, la qualità dei prodotti e la voglia di seguire una passione, però, non possono tutto. Da Bologna, infatti, sono state lanciate le proposte alla politica per migliorare la rete rendere ancora più visibili i lavoratori del settore digitale. Tra queste: banda larga e ultralarga; connessione wi-fi disponibile e pubblica; alfabetizzazione digitale; digitalizzazione delle piccole e medie imprese; liberalizzazione dell’e-commerce; telelavoro.
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