venerdì 6 maggio 2016
​Per Renzi è «un'idea intelligente». I conti: penalizza chi viaggia molto ma è un vantaggio per chi percorre meno di 15 mila km. Ed eliminerebbe l'evasione
Abolire il bollo e benzine più care: è già polemica
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​Spostare la tassa automobilistica dal “possesso” del veicolo al “consumo” dello stesso. Lo prevede una proposta di legge che il premier Renzi ieri ha definito «concreta e intelligente», sollevando subito reazioni negative e polemiche politiche. Semplificando, l’idea è quella di abolire il bollo – tassa che al netto della vergognosa evasione attuale, stimata in circa 500 milioni di euro, “vale” per le Regioni poco più di 6 miliardi l’anno – e contemporaneamente aumentare l’accisa sui carburanti per garantire un gettito equivalente. L’aumento sarebbe di circa 10-16 centesimi al litro, a seconda dei conteggi sinora effettuati, ma il risparmio sarebbe molto forte per chi percorre pochi chilometri all’anno in auto. Inoltre questo sistema eliminerebbe l’evasione, e introdurrebbe il principio che “chi più inquina, più paga”.
 
Indispensabile alle Regioni. Ma quanto costerebbe (e a chi) una rivoluzione del genere, e quali sono i nodi sul tavolo? Il bollo auto, una tassa che interessa quasi 50 milioni di veicoli, e insieme all'addizionale Irpef, è l'unica entrata di cui le Regioni dispongono per le spese extrasanitarie che vanno dal sociale al lavoro, ai trasporti e alle infrastrutture. Il bollo è tra le tasse, forse quella percepita come la più odiosa dagli italiani: secondo la Uil, che ha fatto i conti, questo balzello costa in media 147 euro l'anno agli automobilisti, ma rappresenta per le Regioni che lo incassano l'11,7% del proprio gettito. Toglierlo rischierebbe di metterle in ginocchio, legando gli incassi alle incertezze dei consumi dei carburanti.
 
Chi perde e chi guadaga. La Cgia di Mestre ha già calcolato che la possibile compensazione dei 6 miliardi di mancato gettito con l'aumento delle accise sui carburanti, significherebbe aumentare il prezzo dei carborati alle pompe di circa 16 centesimi al litro. Una scelta che. sostengono, «avvantaggerebbe solo gli automobilisti che posseggono una vettura di grossa cilindratae percorrono mediamente pochi chilometri». Per questo la Cgia auspica che nel caso il governo proceda all'abolizione lo faccia introducendo dei "correttivi" che tengano conto della specificità di molteimprese artigianali.
 
Tabelle alla mano, infatti, il conto è presto fatto: per un'auto agasolio di 1.900 cc che attualmente paga 227 euro all'anno di bollo,il proprietario perderebbe il beneficio dell'abolizione solo dopo averpercorso più di 20.000 chilometri. La stessa cosa si verificherebbeper un'auto a benzina di 1.600 cc che ora paga 199 euro di bollo auto.Con la cancellazione di quest'ultimo, il vantaggio economico siesaurirebbe con il raggiungimento dei 20.000 chilometri.
Per un'auto a benzina di piccola cilindrata (1240 cc), invece, daiconsumi più contenuti, il risparmio terminerebbe con il raggiungimentodei 15.000 chilometri all'anno, questo perché il costo del bollo autoè mediamente inferiore.
 
Contrari e favorevoli. Per l'Unione nazionale consumatori è una "pessima idea". Questa la spiegazione: «Mentre il bollo auto si paga seguendo, almeno in parte, il principio della capacità contributiva, fissato dalla Costituzione, dato che dipende dalla potenza del veicolo, le accise sui carburanti le pagano tutti, anche i pendolari costretti ad andare al lavoro in macchina ochi, per mestiere, deve viaggiare».
 
Di parere totalmente contrario invece il sindaco di Verona, eSegretario di Fare!, Flavio Tosi. «Siamo soddisfatti che il Presidente del Consiglio stia valutando la nostra proposta, presentata alla Cameradal deputato Roberto Caon, di abolire il bollo auto - di fattoun'ingiusta tassa di possesso - e di sostituirlo con un lievissimoincremento del costo del carburante, secondo il principio che chiinquina, paga. Inoltre, con l'accoglimento della proposta, pagherebbero giustamente i turisti e i camionisti stranieri, e questo consentirà alle nostre famiglie e alle nostre aziende un risparmio medio annuo superiore al 50 per cento. La nostra proposta - evidenzia Tosi - andrebbe anche a eliminare le frodi fiscali sul mancato pagamento del bollo e andrebbe a stroncare il fenomeno delle reimmatricolazioni con targa estera, una pratica che ha assunto proporzioni enormi - con 3,5 milioni di intestatari - e che ogni anno sottrae allo Stato circa mezzo miliardo di euro».
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