venerdì 24 novembre 2017
La multinazionale italiana di consulenza, grazie alla collaborazione con Maam, è impegnata a creare una cultura aziendale di inclusione ed equità a favore delle lavoratrici
Così la genitorialità arricchisce le competenze lavorative
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Bip – Business Integration Partners, prima multinazionale italiana di consulenza, conferma ancora una volta il proprio impegno nel creare una cultura aziendale di inclusione ed equità, oltre che nel far crescere in maniera importante il numero di donne nel Gruppo e nel settore della consulenza in generale. E lo fa attraverso un ricco programma di iniziative concrete volte a valorizzare l’esperienza della genitorialità considerandola come volàno per lo sviluppo professionale. La più significativa tra queste iniziative è la recente adesione di Bip a Maam, il programma che, attraverso un percorso digitale che accompagna la persona prima, durante e dopo la nascita di un figlio, coglie il potenziale di crescita dei cambiamenti in atto e insegna come trasferire le competenze trasversali dalla famiglia al lavoro e viceversa. Secondo un recente rapporto del World Economic Forum, le competenze più ricercate dalle aziende sono proprio quelle trasversali, ossia competenze organizzative, relazionali e dell’innovazione.

Nella visione innovativa di Bip la consulenza viene vissuta come un mestiere dove le persone che riescono a trovare sinergie tra competenze tecniche e skill trasversali eccellono ed è proprio attraverso Maam che Bip intende valorizzarle e creare un ambiente di lavoro all’interno del quale il surplus di competenze naturalmente acquisite e allenate dall’esperienza di cura dei figli, possa essere valorizzato ed espresso nel lavoro.

Attraverso Maam, Bip si impegna quindi a mettere in luce il potenziale formativo derivante dalla maternità, così come anche dalla paternità: come al rientro da un master di formazione, il programma fornisce alle neo mamme e ai neo papà un metodo per migliorare le proprie competenze grazie al loro utilizzo in più ambiti.

L’impegno di Bip per favorire una cultura aziendale inclusiva comprende anche ulteriori iniziative volte a sostenere i dipendenti – non solo donne - che vivono l’esperienza genitoriale. Tra queste: lo smartworking e una maggiore flessibilità nella valutazione delle performance per la mamma che rientra dal congedo; giorni aggiuntivi di paternità per i neo padri; un re-onboarding e un’accoglienza per la mamma che rientra dal congedo.

Il Parents Program adottato da Bip per valorizzare un’esperienza personale dei propri dipendenti nell’ambito professionale è fortemente voluto da Carlo Capè, co-fondatore e amministratore delegato di Bip, che crede fermamente nel fatto che «la consulenza è un mestiere dove le donne eccellono. È per questo motivo che stiamo lavorando per favorire una sempre maggiore integrazione e sinergia tra vita privata e lavoro. Sono pienamente convinto che questa sia la strada giusta per raggiungere il benessere delle persone, sia donne che uomini, che lavorano nel Gruppo. Il nostro obiettivo è che nei prossimi anni più del 50% dei nostri collaboratori sarà composto da giovani donne».

«Quello della consulenza è un settore a forte competitività, in cui le competenze e le energie dei dipendenti fanno la differenza – sostiene Riccarda Zezza, ceo di Maam –. Saper vedere in modo nuovo la coesistenza di più dimensioni nell’identità dei propri collaboratori che diventano genitori e saperne valorizzare il potenziale formativo pone Bip all’avanguardia nella gestione di quella che in altre aziende chiamano ancora “conciliazione vita lavoro” e che invece è una sinergia preziosa».

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