lunedì 18 febbraio 2013
​Secondo i dati del Centro Studi Promotor, nel mese di gennaio il gettito sui carburanti è diminuito di 150 milioni di euro (-5,2%) in seguito al calo dei consumi. Il Codacons: “E' tempo di introdurre un'accisa mobile”.
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Prosegue l'incidenza negativa sulle entrate fiscali dell'eccessiva tassazione sui carburanti. A gennaio il gettito è calato di 150 milioni di euro, ovvero del 5,2% rispetto a un anno fa. Lo afferma il Centro Studi Promotor rilevando che “è un dato estremamente preoccupante perché conferma l'inversione di tendenza di dicembre scorso quando per la prima volta ed in netto contrasto con l'andamento dell'intera annata, il gettito di benzina e gasolio auto aveva fatto registrare un calo di 229 milioni di euro (-7,2%)”.
 
“Gli andamenti negativi di dicembre e gennaio - spiega il CSP - sono dovuti alla contrazione dei consumi legata non solo alla crisi economica, ma anche, e soprattutto, all'elevatissimo prezzo dei carburanti dovuto essenzialmente al carico fiscale. Le imposte sulla benzina infatti sono superiori alla media europea di 23,1 centesimi e quelle sul gasolio di 24,4 centesimi".
 
Secondo l'associazione dei consumatori Codacons, “sarebbe una mossa intelligente quella di attuare la promessa, ormai più che decennale, di un'accisa mobile, ossia di introdurre un meccanismo per sterilizzare l'aumento dei prezzi dei carburanti quando si supera una certa la soglia, in modo da evitare che i carburanti costino come l'oro, compensando gli effetti moltiplicatori della tanto assurda quanto perversa doppia tassazione Iva + accise. Una mossa che, nella peggiore delle ipotesi, lascerebbe invariato il gettito, e nella migliore eviterebbe il calo di introiti legato al crollo della domanda".
 
Il Codacons invita i consumatori a tutelarsi dal caro carburanti “non solo utilizzando l'auto il meno possibile, ma anche rifornendosi nelle pompe “bianche” e nei punti vendita “no logo” dove i prezzi dei carburanti possono essere più bassi fino a 13 centesimi di euro al litro rispetto ai distributori di marca delle compagnie petrolifere”.
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