lunedì 25 aprile 2016
Premiate tre eccellenze del panorama manifatturiero italiano: Maserati, Magneti Marelli e Denso.
Parte da Torino l'umanesimo industriale
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Bella Factory, competitività e umanesimo industriale per le Pmi questo il titolo dell’importante e partecipato convegno tenutosi a Torino, alla presenza di esponenti del mondo industriale, economico, accademico e sindacale. Bella Factory è il primo sistema indipendente e super partes di audit e certificazione volontaria, sviluppato da Fondazione Ergo, che intende ridisegnare la visione aziendale ispirandosi ai concetti di 'buona produttività' e di 'bella fabbrica'. "Una delle principali innovazioni portate da Bella Factory consiste nell’aver introdotto la misurazione della fatica mediante parametri basati su studi internazionali di ergonomia, coniugando la costante ricerca di competitività delle aziende e la riduzione dello sforzo fisico per i lavoratori, ha affermato Gabriele Caragnano, direttore Fondazione Ergo e partner Pwc. È iniziata così una svolta storica per l’industria italiana, una nuova fase di partecipazione e condivisione degli obiettivi, in cui azienda, sindacati e lavoratori sviluppano insieme innovazione e crescita. Le tre 'belle fabbriche' premiate - Maserati, Magneti Marelli e Denso  - da Gabriele Caragnano e da Giuliana Fenu, responsabile Ufficio Competitività Regione Piemonte, vogliono rappresentare un modello di riferimento da estendere al tessuto industriale italiano, composto principalmente da Pmi. Paride Saleri, presidente della bresciana Omb Saleri, è un testimonial di questo nuovo corso: "Siamo stati toccati dalla crisi, come tutti, ma abbiamo capito che la soluzione poteva partire solo dal basso, dalla condivisione e dalla partecipazione".Ferdinando Uliano, segretario nazionale Fim Cisl "Infatti, per il futuro della nostra economia è indispensabile coinvolgere, in questa nuova visione delle relazioni industriali, soprattutto la realtà delle pmi, in un clima privo di patine ideologiche e superando ogni velleità di conflitto".È intervenuto al dibattito anche Giuseppe Berta, professore di Storia contemporanea dell’Università Bocconi, che ha sottolineato la necessità di osmosi tra la produzione e la generazione di conoscenza, in un processo di scambio continuo tra la fabbrica ed il suo contesto esterno, dove l’asse di collegamento è rappresentato proprio dall’Università e dalla formazione: "Oggi per dare estensione alla manifattura intelligente bisogna essere calati in una realtà urbana e sociale migliore".
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