giovedì 9 ottobre 2014
Nel bollettino mensile segnali negativi: male soprattutto Italia e Germania. Per la ripresa bisognerà attendere il 2015.
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​​La crescita nell'Eurozona ha "perso slancio" questa estate, come si evince da indicatori sulla fiducia come l'Economic Sentiment Indicator della Commissione Europea, che tra maggio a settembre 2014 ha registrato le flessioni maggiori in Italia e Germania. È quanto si legge nel bollettino mensile della Bce. "Dopo quattro trimestri di moderata espansione, il Pil reale dell'area dell'euro è rimasto invariato nel secondo trimestre del 2014", sottolinea il bollettino, "benchè tale andamento sia in parte riconducibile a fattori transitori, sembra essersi altresì verificata una certa perdita di slancio della crescita dall'inizio dell'estate". Il "recente peggioramento", prosegue la Bce, "è imputabile soprattutto agli andamenti relativi all'industria e al commercio al dettaglio, nonchè al clima di fiducia dei consumatori". D'altro canto, "la fiducia nel settore dei servizi è rimasta sostanzialmente stabile, mentre in quello delle costruzioni è lievemente cresciuta". La Bce prevede che "il recente indebolimento della fiducia nell'industria prosegua nei prossimi mesi", mentre per il comparto servizi "sembra che il recente deterioramento sia percepito come una fase di natura più transitoria". Guardando al 2015, secondo la Bce, "continuano a sussistere le prospettive per una moderata ripresa nell'area dell'euro" sebbene i rischi per tali prospettive economiche "restino orientati al ribasso"."Occorre tuttavia seguire con attenzione i fattori e le ipotesi principali che delineano questa valutazione", avverte la Bce, "progressi insufficienti sul fronte delle riforme strutturali nei paesi dell'area rappresentano un cruciale rischio al ribasso per le prospettive economiche". L'Eurotower mette inoltre in guardia sullo "acuirsi dei rischi geopolitici" che "potrebbe ripercuotersi sul clima di fiducia e soprattutto sugli investimenti privati, unitamente al recente indebolimento della dinamica di crescita". Nell'Eurozona ci sono "alcuni paesi" che "devono chiaramente imprimere slancio al processo legislativo e attuativo delle riforme strutturali, per quel che riguarda i mercati dei beni e servizi e del lavoro nonchè gli interventi volti a migluiorare il contesto in cui operano le imprese". Nel bollettino mensile si sottolinea come "la politica monetaria concorre a sostenere l'attività economica" ma "per rafforzare l'attività di investimento, la creazione di posti di lavoro e la crescita potenziale, è necessario che gli altri settori di politica economica forniscano un contributo decisivo".
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