giovedì 4 ottobre 2012
​Il presidente della Banca centrale europea: "Il meccanismo di salvataggio c'è, ora spetta ai Paesi avanzare eventuali richieste". Intanto i tassi restano invariati.
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"I tassi d'inflazione dell'Eurozona sono attesi sopra il 2% nel 2012 per poi scendere sotto nel corso dell'anno prossimo", mentre la crescita "dovrebbe restare debole con le tensioni sui mercati e l'alta incertezza che pesano sulla fiducia". Lo ha detto il presidente della Banca centrale europea, Mario Draghi. Il programma di acquisto dei titoli di Stato "ci permetterà di evitare sfide potenzialmente gravi per la stabilità dei prezzi" e "siamo strettamente nel nostro mandato". Così il presidente dell'Eurotower ha difeso il programma anti-spread criticato dalla Bundesbank. Poi, mentre è in corso un negoziato tra Spagna e Bruxelles per i fondi a Madrid, ha affermato che la Bce è pronta a lanciare il suo programma di acquisto dei titoli di Stato, se verrà richiesto da Paesi che sottoscrivono le condizioni previste. "Tocca ai governi di Eurolandia decidere ora sulle eventuali richieste di salvataggio: la Bce ha già messo in piedi un meccanismo di difesa - ha sottolineato - Le condizioni cui sono subordinati gli aiuti da parte del fondo salva-Stati e della Bce, ha inoltre precisato, "non devono essere necessariamente punitive", anzi spesso si tratta di condizioni 'pro-crescita' come le riforme strutturali. "La Bce ha fatto davvero tutto il possibile - ha aggiunto Draghi - il programma di acquisto bond crea un ambiente favorevole alle riforme" e ora "l'iniziativa spetta ai governi".Quanto alla Grecia, un allungamento delle scadenze sul debito di Atene in mano alla Bce "equivarrebbe al finanziamento monetario", si è detto convinto Draghi, chiudendo la porta all'ipotesi. I governi, ha aggiunto, devono continuare i loro sforzi per consolidare i conti pubblici. Ma le riforme strutturali per rilanciare la crescita, a partire dalle liberalizzazioni, sono "altrettanto importanti".Poi, un raggio d'ottimismo: l'Italia sta vedendo "considerevoli afflussi di depositi bancari" e la Spagna ha "completato quasi il 90% del suo programma di finanziamento".

Intanto la Bce ha lasciato, come previsto, invariato al minimo storico dello 0,75% il tasso di rifinanziamento pronti contro termine, dopo la riduzione di un quarto di punto effettuata a luglio. Il tasso sui depositi e il tasso marginale, rimangono rispettivamente a quota zero e 1,50%.

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