giovedì 14 dicembre 2017
L'istituto rivede al rialzo dal 2,2 al 2,4% la crescita della zona euro. Draghi più fiducioso di due mesi fa sui prezzi, "ma forte stimolo monetario ancora necessario".
Il presidente della Bce Mario Draghi

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La Banca centrale europea, dopo i ritocchi apportati ad ottobre, ha confermato la propria politica monetaria ultra-espansiva, a suo avviso ancora necessaria per supportare la crescita, che mostra segnali di consolidamento con possibilità di sorprese positive, mentre l'inflazione di fondo non mostra ancora segnali convincenti di una svolta. Valutazioni espresse dal presidente Mario Draghi al termine della riunione di politica monetaria dell'istituto centrale europeo, l'ultimo in agenda quest'anno. L'ex governatore di Banca d'Italia, che si dice più fiducioso della convergenza dell'inflazione verso il target inferiore ma vicino al 2%, i rischi sulle prospettive di crescita economica restano "ampiamente equilibrati".

"Da una parte, la fase di slancio del ciclo evidenziata dal continuo miglioramento della dinamica degli indici di fiducia, potrebbe portare a sorprese positive sul lato della crescita nel breve termine. Dall'altra, i rischi al ribasso continuano ad essere legati primariamente a fattori globali e alle evoluzioni sui mercati valutari", ha detto Draghi.

Le parole che fanno trapelare un ottimismo crescente sono il frutto delle stime ritoccate verso l'alto. Il miglioramento del quadro economico si riflette nelle stime trimestrali dell'istituto di Francoforte: le previsioni riguardanti la crescita del Pil della zona euro sono state riviste al rialzo a 2,4% da 2,2%per il 2017, a 2,3% da 1,8% per il 2018 e da 1,9% da1,7% per il 2019. Pubblicata per la prima volta anche la proiezione del Pil per il 2020, indicata +1,7%.

Sul fronte dei prezzi, confermata la previsione di una crescita di 1,5% quest'anno e nel 2019, mentre la stima d'inflazione per il2018 è stata alzata a 1,4% da 1,2% di settembre. Nel 2020, l'inflazione dovrebbe attestarsi a 1,7% .

Numeri in miglioramento ma la linea di politica monetaria per il momento non cambia Il consiglio, come ampiamente atteso, ha confermato i tassi di riferimento ai minimi storici e l'impegno a continuare il programma acquisto asset, fino a settembre dell'anno prossimo, o anche oltre se necessario. "Un forte stimolo monetario è ancora necessario per sostenere l'inflazione a medio termine", conferma Draghi.



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