mercoledì 9 novembre 2022
Uno studio conferma l'aumento delle diseguaglianze legato all'inflazione. Il caro-bollette pesa cinque-sei volte di più per le famiglie a basso reddito rispetto a quelle più abbienti
La sede della Bce a Francoforte

La sede della Bce a Francoforte - Ansa

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Il caro bollette e l'aumento generalizzato dei prezzi non pesano alla stessa maniera sui bilanci delle famiglie. Quelle a basso reddito sono schiacciate dalla corsa dell'inflazione e rischiano di non riuscire a far quadrare i conti a fine mese perchè hanno già esaurito i loro risparmi. Un fenomeno noto confermato da uno studio della Bce sulla base della Consumers Expectations Survey di novembre, da cui emerge che di fronte allo stesso rialzo di spesa energetica, "la riduzione dei risparmi nelle famiglie del quintile di redditi più basso è oltre cinque-sei volte quella delle famiglie nel quintile più alto".L'alta inflazione concentrata su energia e prodotti alimentari in Europa sta provocando una frattura fra le diverse classi di reddito, con un differenziale nell'impatto fra la fascia di reddito più povera e quelle più benestanti che è ai massimi dal 2006. Un divario che spiega "il rialzo del numero delle famiglie che si aspettano di dover pagare in ritardo le bollette".

In generale le famiglie europee stanno facendo i conti con l’inflazione e riducono drasticamente le aspettative di crescita dei propri redditi nei prossimi 12 mesi, mentre le loro previsioni di spesa rimangono invariate. Il rapporto trimestrale sulle aspettative dei consumatori della Bce spiega che "le famiglie si aspettano che la crescita nominale dei redditi sia dello 0,6% nei prossimi 12 mesi, contro l'1% di agosto", con un declino più marcato nella fascia d'età 55-70 anni e sui redditi medi. "Le aspettative di crescita della spesa nominale restano invariate al 4,5%", ma sono più basse per la fascia dei giovani (18-34 anni).Secondo lo studio i consumatori dell'eurozona prevedono che i prezzi delle loro case restino stabili nel prossimo anno mentre i costi dei mutui continueranno ad aumentare. L'inflazione percepita nei 12 mesi precedenti ha continuato a salire, con un tasso mediano ora all'8,1%. Le aspettative di inflazione sono rimaste ben al di sotto del tasso di inflazione percepito in passato, soprattutto nell'orizzonte di medio termine di tre anni. Le aspettative mediane per l'inflazione nei prossimi 12 mesi sono aumentate dal 5,0% al 5,1%, mentre quelle per l'inflazione a tre anni sono rimaste invariate al 3%. L'incertezza sull'inflazione a 12 mesi e' diminuita a settembre, ma e' rimasta ben al di sopra del livello che prevaleva prima dell'inizio della guerra in Ucraina.

Intanto le conseguenze dell’aumento dei tassi da parte della Bce iniziano a farsi sentire, soprattutto per chi ha un mutuo. “Gli aumenti previsti porteranno il costo del denaro al 4% già nei primi mesi del 2023, vale a dire il doppio del livello attuale. Ci saranno conseguenze negative per famiglie e imprese: rate più alte per chi ha già un prestito a tasso variabile, nuovi mutui più cari, accesso più difficile al credito anche a motivo dell' inasprimento delle regole di Basilea 3” ha sottolineato il segretario generale della Fabi, Lando Maria Sileoni. Oggi i tassi di interesse sono aumentati e la rata più alta rispetto ad un anno fa. Chi oggi ha un mutuo a tasso variabile può valutare di passare al fisso. Ma bisogna valutare caso per caso: per chi ha già pagato la maggior parte degli interessi, e quindi è più vicino alla fine del rimborso totale, non conviene cambiare. Invece, se il mutuo è stato acceso da poco tempo, allora passare al tasso fisso effettuando la surroga potrebbe portare un vantaggio.

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