venerdì 20 ottobre 2017
I vertici rassicurano sui crediti deteriorati
Passi avanti di Iccrea. «No a una guida esterna»
COMMENTA E CONDIVIDI

Un rifiuto netto di una possibile guida esterna (ipotesi che suscita parecchio fastidio); una tranquillità estrema sul fronte dei crediti deteriorati; un 'no' perentorio all’ingresso in Borsa; le braccia aperte per accogliere Chianti-Banca (che non entra in Cassa Centrale). I vertici di Iccrea fanno il punto sul gruppo nazionale che, col trascorrere dei mesi, inizia a prendere una forma definita e diventerà «la prima banca locale del Paese», come recita lo slogan dell’istituto. Al termine di un incontro milanese con le banche aderenti alla capogruppo prevista dalla riforma del settore delle Bcc, i massimi responsabili dell’istituto esternano tutta la loro contrarietà per le indiscrezioni sul pressing della Bce per chiamare top manager esterni a guidare i costituendi gruppi cooperativi e quindi non collegati al territorio.

«Le abbiamo lette sui giornali, non abbiamo indiscrezioni in questo senso, ma non le abbiamo prese molto bene. È stato fastidioso per due motivi: uno esterno e l’altro interno», sottolinea il presidente Giulio Magagni. La prima ragione del 'disturbo' consiste nella lunga opera portata avanti finora e in autonomia: «Stiamo costruendo il gruppo con un lavoro partito nel 2014, intensissimo, con un modello complesso e dal nulla » e questi voci «deprimono chi ha fatto tale lavoro, non lo reputiamo corretto da un punto di vista etico». Il secondo motivo risiede nel fatto che finora il credito cooperativo ha speso per il sistema senza che avvenisse il contrario: «Non abbiamo mai fatto danni al Paese e abbiamo pagato 500 milioni per il salvataggio di 4 banche. Mentre i nostri guai ce li siamo risolti da soli. Nessuno ha mai pagato per le Bcc». Insomma, il concetto è chiaro: 'capitani' da fuori non sono proprio graditi. E in generale gli ingressi esterni, meglio evitarli. Ecco perché si esclude una quotazione in Borsa. «L’ingresso di soci aprirebbe ad un possibile snaturamento della nostra storia».

Il direttore generale Leonardo Rubattu, invece, fornisce i numeri sul gruppo in via di formazione e fa capire come quello dei crediti deteriorati non rappresenti un problema. A settembre al gruppo bancario Iccrea hanno pre-aderito 154 Bcc dopo le fusioni degli ultimi mesi. È un 'mondo' da 148 miliardi di euro di attivi e 12 miliardi di euro di patrimonio. Cifre che fanno di Iccrea il terzo gruppo bancario in Italia per numero di sportelli e il quarto per attivi. «Al 30 giugno i crediti deteriorati netti in pancia al gruppo bancario Iccrea ammontano a 9,7 miliardi di euro con un Npe ratio inferiore al 12%». I vertici di Iccrea si aspettano di essere sottoposti come gruppo all’esercizio di stress test e di Aqr della Bce «con tutta probabilità nella seconda metà del 2018», ma non c’è preoccupazione: «Solo 3 banche su 154, ovvero il 2%, hanno un score preoccupante, da semaforo rosso».

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: