sabato 26 ottobre 2013
​A Padova il convegno organizzato dalla Federazione veneta insieme a Federcasse. Il Credito cooperativo ha continuato ad attrarre fiducia anche in questo ultimo periodo: soci e clienti sono infatti cresciuti del 3,5%.
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​La prima Cassa Rurale italiana venne fondata a Loreggia, in provincia di Padova, nel 1883 su iniziativa dell’economista e filantropo Leone Wollemborg. Ecco perché la Federazione veneta delle Bcc ha organizzato a Padova con Federcasse un importante convegno dal significativo titolo «Credo cooperativo, 130 anni controcorrente». Controcorrente perché oggi le Bcc sono chiamate a sostenere grazie al loro riconosciuto ruolo anticiclico famiglie ed imprese nel perdurare di una drammatica crisi economica. Non a caso, le Bcc hanno continuato ad attrarre fiducia anche in questo ultimo periodo, nel quale soci e clienti sono entrambi cresciuti del 3,5%.

Ilario Novella, neo-presidente della Federazione Veneta Banche di Credito Cooperativo, non ha dubbi: «Il nostro è un modello di federalismo bancario sul territorio, il nostro obiettivo è stare sempre più vicino alla comunità e alle imprese». Come, però, erogare credito in questa situazione recessiva? «Noi abbiamo una raccolta domestica – spiega ancora Novella – che è l’unica che possiamo impiegare nelle imprese ed è il 95%, quindi per quanto ci riguarda tutto quello che possiamo fare, lo facciamo. Il problema è capire come utilizzare queste risorse che sono preziose». Come è stato sottolineato dai protagonisti del convegno (cui hanno partecipato tra gli altri il ministro Zanonato, il governatore Zaia, il patriarca Moraglia in un videomessaggio), alla luce delle nuove regole europee stilate dal Basilea 2 e 3, gli istituti di credito cooperativo chiedono all’Unione europea di tenere conto della peculiare specificità. «Siamo piccoli e avremo bisogno di una normativa tagliata sulle nostre dimensioni. Siamo preoccupati perché in Europa rischiamo di diventare ancora più piccoli. Ecco perché dobbiamo difendere la specificità del Veneto in cui siamo nati».

Intanto le Bcc si guardano attorno per eventuali acquisizioni. Un sostenitore del modello cooperativo nel credito è sicuramente il presidente del Veneto, Luca Zaia per il quale la «capillarità» delle banche di credito cooperativo fa rima con il modello di federalismo. Il credito cooperativo è il «federalismo bancario, è la capillarità fatta carne nel territorio: con 640 sportelli su 570 Comuni è una realtà bancaria che rappresenta il terzo gruppo nazionale». Per il ministro Zanonato, le Bcc hanno, nel corso della loro storia, davvero contribuito allo sviluppo del Paese e, pertanto, questa ricorrenza va intesa non come una semplice celebrazione, ma come un rinnovato impegno per contribuire a far uscire il Paese dalle secche della crisi. «L’obiettivo è la crescita», ha detto Zanonato, «creando occupazione stabile e di qualità». Particolarmente significativo l’intervento del Direttore Centrale della Vigilanza Bancaria e Finanziaria della Banca d’Italia Carmelo Barbagallo, per il quale l’intuizione di Leone Wollemborg alla fine dell’800 si è rivelata «così lungimirante da mantenere intatta fino ad oggi la propria funzione». Nelle conclusioni, il presidente di Federcasse, Alessandro Azzi, ha sottolineato come, proprio nel contesto evolutivo in atto, è indispensabile per il Credito Cooperativo essere sempre più unito e coeso. «Solidarietà – ha detto Azzi – sarà sempre più, d’ora in poi, un concetto legato a quello di solidità».

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