venerdì 18 marzo 2011
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In America il mese di marzo ha un significato particolare per gli appassionati di pallacanestro. È infatti in questo periodo che si svolgono i campionati universitari, che hanno un seguito addirittura superiore a quello della più ben più quotata NBA. La competizione è infatti seguita da milioni di tifosi, nonché da giornalisti e addetti ai lavori, con questi ultimi sempre alla ricerca di nuovi talenti per la lega professionistica. L’interesse per l’evento oltreoceano raggiunge livelli inimmaginabili, al punto che a questo momento dell’anno è stato attribuito il nome di March Madness, ovvero la “follia di marzo”. Le partite hanno luogo in orari diversi durante tutto l’arco della settimana, concentrandosi in particolare al martedì e al mercoledì, e sono moltissimi coloro che seguono le partite online così da essere sempre aggiornati su classifiche e risultati.

Tuttavia, un recente studio condotto da un agenzia di outplacement per il ricollocamento dei lavoratori nel mercato ha dimostrato che suddetto interesse può avere effetti significativi sui livelli di produttività. Secondo l’indagine, che ha considerato il fenomeno esclusivamente nel settore privato, la possibilità di accedere alle partite via internet diminuirebbe i livelli di attenzione sul posto di lavoro, incidendo negativamente sulle prestazioni individuali. I numeri della “follia” nel 2010 parlano di 8,4 milioni di ore trascorse a seguire l’evento durante l’orario d’ufficio; considerando una retribuzione media di circa 22,87 dollari per ora, l’agenzia ha calcolato una perdita economica per le aziende traducibile in circa 190 milioni di dollari, con un aumento del 36% rispetto al 2009. Tali cifre sono destinate ad aumentare di un ulteriore 20% nell’anno in corso in conseguenza del fatto che la CBS Sport, ossia la rete che detiene i diritti per la manifestazione sportiva sta offrendo ai propri utenti la possibilità di seguire le partite direttamente dai telefonini, attraverso particolari applicazioni. Lo studio in questione riporta conseguenze negative per la produttività derivanti anche da un altro fattore, questa volta di carattere più tecnico, ossia la velocità generale della rete, che soprattutto nei piccoli uffici sarebbe fortemente condizionata dai colleghi che seguono le partite in streaming.

Per ovviare al problema, che assume dimensioni considerevoli se si pensa che in America i lavoratori che operano nel settore privato sono 108 milioni (Fonte: ADP National Employment Report 2011 ), le aziende hanno fatto ricorso a diversi sistemi. In alcuni casi l’accesso al sito che propone le partite in diretta è stato bloccato, mentre in altri luoghi di lavoro, soprattutto per contrastare un fenomeno strettamente connesso al March Madness, ovvero le scommesse clandestine, sono state introdotte dure sanzioni per i  lavoratori sorpresi a seguire l’evento in orario di lavoro. Tuttavia, detti strumenti sanzionatori, che vanno da multe salatissime al licenziamento, hanno un’applicazione piuttosto limitata (si parla di una percentuale che non supera il 6%). Inoltre, come la stessa indagine propone, la soluzione ideale dovrebbe essere finalizzata, più che alla repressione, a  rafforzare  in ciascun individuo la cultura del lavoro, magari permettendo di seguire l’evento durante le pause, attraverso l’installazione di televisori nei luoghi comuni.

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