giovedì 15 ottobre 2009
Il Bollettino economico trimestrale in chiaroscuro: nei mesi estivi di luglio-settembre l'economia italiana avrebbe segnato un aumento dell'1% circa sul trimestre precedente, segnando il primo incremento dopo cinque trimestri consecutivi di contrazione. Ma sul miglioramento della situazione economica restano forti dubbi, soprattutti legati alla domanda e alla disoccupazione crescente.
COMMENTA E CONDIVIDI
Anche in Italia, come nel resto del mondo, sta arrivando la ripresa ma restano forti dubbi sulla sua solidità. Il rischio che aleggia a livello globale è che la domanda privata possa tornare a ristagnare, frenata da una disoccupazione elevata e crescente. Secondo le ultime stime della Banca d'Italia, diffuse oggi con il Bollettino economico trimestrale, nei mesi estivi di luglio-settembre l'economia italiana avrebbe segnato un aumento dell'1% circa sul trimestre precedente, segnando il primo incremento dopo cinque trimestri consecutivi di contrazione. Questo dato, però, riflette soprattutto il deciso rialzo registrato dalla produzione industriale in agosto e in parte attribuibile a effetti statistici connessi con una forte instabilità della componente stagionale.Per settembre gli economisti di via Nazionale stimano una produzione in calo di circa il 2% su agosto. L'inflazione dovrebbe rimanere contenuta con un tasso medio 2010 dell'1,5%. In un quadro di forte rallentamento, le ultime stime di Consensus citate da Bankitalia nel Bollettino indicano un Pil in calo del 5% quest'anno e in crescita dello 0,5% il prossimo, le entrate fiscali segnano una dinamica "particolarmente negativa" (-3,2% i primi nove mesi) e sono il primo fattore a pesare sui conti pubblici in "notevole peggioramento".L'obiettivo governativo di contenere il deficit 2010 al 5% del Pil dal 5,3% atteso per fine anno è ambizioso, fa capire Bankitalia, perchè implica "una ripresa del gettito tributario, una forte decelerazione della spesa primaria corrente e una netta flessione degli investimenti pubblici". La frenata della produzione si è scaricata sul mondo del lavoro: nel secondo trimestre risultano mezzo milione di occupati in meno rispetto allo stesso periodo di un anno fa, escludendo dal computo l'effetto delle iscrizioni all'anagrafe di lavoratori immigrati. È stata invece di 300.000 unità la flessione di lavoratori comunemente definiti come precari, in maggioranza giovani. Nel terzo trimestre le ore di Cassa integrazione guadagni complessivamente autorizzate sono aumentate del 30% sul trimestre precedente.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: