Il messaggio di fondo è in quelle 8 parole: «
Si deve, e si può, fare di più». Parla di «
chiari segnali positivi» per l'economia italiana, soprattutto per la
domanda interna, il
governatore della Banca d’Italia, Ignazio Visco, in occasione delle sue quinte
Considerazioni finali. Ma «
la ripresa è ancora da consolidare» e «sono deludenti le valutazioni» sul nostro potenziale di crescita.
Per riprendere il sentiero della crescita Via Nazionale indica anche una ricetta, consegnata al governo: «È
necessario il rilancio di investimenti pubblici mirati, un’ulteriore
riduzione del cuneo fiscale sul lavoro e misure di
sostegno ai redditi dei meno abbienti». E bisogna farlo tracciando una strada duratura, considerando che secondo Bankitalia il pur
modesto aumento del Pil (+0,8%) è da ascrivere soprattutto agli effetti della politica monetaria della Bce più che agli stimoli degli interventi governativi.
E tuttavia i
segnali importanti ci sono. Tra i principali Visco cita i lievi passi in avanti del Mezzogiorno e la ripresa dell'occupazione: «La domanda di lavoro è tornata a crescere a un ritmo superiore alle attese di un anno fa», però «resta troppo alta». Un ampio capitolo del discorso è stato dedicato alle responsabilità di un’Europa vista sempre più «come parte del problema» e «sempre meno come la soluzione».
A partire dalle
crisi bancarie dove, sorvolando un po’ sulle responsabilità nazionali e sulla parte di tutela dei risparmiatori, è tornato a chiedere una revisione del bail-in. Infine, il governatore ha sostenuto che sui
crediti deteriorati «siamo a un punto di svolta» e ha mostrato apprezzamento per il fondo Atlante messo in campo dalle banche stesse. E ha esortato a procedere ancora sulla via delle
aggregazioni fra istituti, anche per ridurre i costi operativi di un sistema che, comunque, deve proseguire nella
riduzione di sportelli e, quindi, anche di addetti.