mercoledì 29 giugno 2016
​Doccia fredda su Renzi dopo il Consiglio Ue: non è permesso agli Stati intervenire, a meno di rischi all'intero sistema-Paese. Quattro domande per capire il meccanismo del bail-in.
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Doccia fredda sull'Italia: la cancelliera tedesca Angela Merkel ha respinto la proposta italiana di aggiustare le regole europee su deficit e aiuti alle banche per tener conto dei problemi fiscali e finanziari dopo la Brexit. "Credo che il patto di stabilità abbia al suo interno abbastanza flessibilità, anche nell'attuale situazione", ha detto Merkel ai giornalisti nell'ultimo dei due giorni del Consiglio europeo a Bruxelles. "Sull'unione bancaria abbiamo stabilito regole specifiche. Non possiamo cambiare regole ogni pochi anni", ha aggiunto. La cancelliera ha risposto così a una domanda su un possibile intervento pubblico a favore delle banche italiane, particolarmente colpite sui mercati dallo shock del referendum sulla Brexit. Le regole attuali sul bail in sono molto rigorose nell'escludere il salvataggio delle banche in crisi con fondi pubblici, a meno che non vi sia un rischi sistemico per la stabilità del sistema finanziario. "Le basi attuali offrono spazio per rispondere alle necessita di specifici Stati membri", ha concluso Merkel. Poco dopo la risposta di Renzi: "Nessuno di noi vuole cambiare le regole. Le regole sono state cambiate l'ultima volta nel 2003 per consentire alla Francia e soprattutto alla Germania di superare il tetto del 3%. Allora il governo italiano, guidato da Silvio Berlusconi, accettò di cambiare le regole per fare un favore a Francia e Germania".

 

 

SALVATAGGIO DELLE BANCHE: DOMANDE E RISPOSTE1) Perché l’Italia non può gestire in autonomia la crisi delle sue banche? La Commissione europea considererebbe un intervento un illecito aiuto di Stato e quindi costringerebbero le banche a restituire gli aiuti e sanzionerebbero il governo. È proprio per fissare regole precise su come gestire le crisi bancarie sulla base del principio che i costi devono ricadere sui privati prima che sul pubblico che l’Europa ha introdotto nel 2014 la direttiva Brrd, più nota come "bail in", recepita dal Parlamento italiano lo scorso anno. 2) Che cosa prevedono le regole del "bail in"?La Brrd regolano le procedure che si attivano quando le autorità di risoluzione (la Bce per la banche più grandi, la Banca d’Italia per quelle più piccole) avviano un processo di ristrutturazione di una banca in dissesto finanziario. Il "bail in" (letteralmente "salvataggio interno") è una delle soluzioni e prevede di fare assorbire le perdite della banca direttamente alle sue azioni e alle sue passività. 3) Anche i depositi possono essere sottoposti al bail in? Non quelli fino a 100mila euro, che sono sempre garantiti. Quelli oltre quella soglia possono rientrare nel capitale "aggredibile". Sono escluse dal "bail in" anche le passività garantite, come i "covered bond", e quelle derivanti dalla detenzioni di beni dei clienti (ad esempio il contenuto delle cassette di sicurezza). 4) L’intervento dello Stato non è ammesso in nessun caso? La Brrd prevede che l’applicazione del "bail in" possa essere esclusa in caso di rischio di «ampio contagio» tale da generare «una grave perturbazione nell’economia di uno Stato membro o dell’Unione». Il 21 giugno la Commissione ha pubblicato il regolamento che specifica questo passaggio, dandone un’interpretazione piuttosto rigida: l’esclusione, si spiega, è ammissibile nel caso si rischino «dissesti a catena» su entità «di rilevanza sistemica».
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