sabato 3 settembre 2016
​Al Forum Ambrosetti a Cernobbio il premier, facendo un'analisi del settore, prevede un calo dei dipendenti. Ma i sindacati ritengono che lo auspichi e attaccano: «Sciopero generale!»
Banche, polemica dei sindacati contro Renzi
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Nel suo dibattito a porte chiuse con manager e imprenditori riuniti al Forum Ambrosetti di Cernobbio venerdì Matteo Renzi, facendo un'analisi del settore creditizio, ha previsto che nel giro di dieci anni i dipendenti delle banche italiane passeranno da 328mila a a 200mila se non a 150mila, invitando i dirigenti bancari italiani a prenderne atto e adeguarsi. Parole che hanno fatto infuriare i sindacati dei bancari, che ora minacciano la protesta di massa. Immediata una reazione dei sindacati dei bancari, che però non parlano di analisi e di previsione da parte di Renzi, ma ritengono che il premier abbia spinto le banche a tagliare, anche se questo dipende dall'esecutivo e comunque va avanti da anni. «L’affermazione del presidente del Consiglio Renzi circa la necessità di ridurre, in 10 anni, di 150.000 lavoratori bancari (15.000 all’anno supponiamo), il numero degli addetti nel settore creditizio, merita una sola risposta: Sciopero Generale!!» scrivono Fabi, First Cisl, Fisac Cgil, SinFub, Ugl Credito, Uilca e Unisin in una nota unitaria. «Il piatto è colmo. Non si può più accettare che un presidente del Consiglio si ostini sistematicamente a stimolare tagli di personale per accreditarsi quei poteri forti che lo hanno sostenuto», aggiungono i sindacati. Ormai da anni le banche sono alle prese con massicci tagli di filiali e personale per ridurre i costi e per adattarsi all’evoluzione delle abitudini dei clienti, sempre più attivi sui sistemi di gestione dei conti online. Secondo le stime della Fabi tra il 2013 e il 31 marzo 2016 in base agli accordi sindacali firmati nel settore del credito sono usciti 11.988 lavoratori, e altri 16.109 usciranno entro il 2020.

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