venerdì 21 maggio 2021
La quarta indagine sugli effetti della pandemia evidenzia un’Italia a due velocità con consumi in calo e propensione a tenere "congelata" la ricchezza
Consumi ridotti per le famiglie italiane durante la pandemia, ad eccezione di quelli alimentari

Consumi ridotti per le famiglie italiane durante la pandemia, ad eccezione di quelli alimentari - Fotogramma

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La famiglie italiane fanno, letteralmente, i conti con la pandemia. Spesso in rosso tra difficoltà economiche che obbligano ad un taglio dei consumi e una forte preoccupazione per il futuro. L’emergenza sanitaria ha prodotto un aumento della povertà e ha acuito il solco delle diseguaglianze. Chi aveva poco ha ancora meno. Chi aveva tanto invece ne ha approfittato per risparmiare. La prudenza è il denominatore comune delle due categorie, con il risultato di un’economia ferma e di un ritorno alla normalità che si allontana. La quarta edizione dell’indagine straordinaria di Bankitalia sulle Famiglie italiane e gli effetti della pandemia conferma la spaccatura tra le due parti del Paese: quella "travolta" e quella "tutelata".Un dato su tutti certifica l’emergenza sociale dei nostri giorni: oltre il 60% delle famiglie dichiara di avere difficoltà ad arrivare alla fine del mese, il 10% in più rispetto all’era pre-Covid. La percentuale è aumentata di oltre il 20% (toccando quota 65%) per i nuclei familiari in cui il capofamiglia è un lavoratore autonomo. Una famiglia su quattro non è riuscita a coprire le spese con il proprio reddito e una su otto ammette di non avere a disposizione risorse finanziarie proprie neanche per far fronte ai consumi essenziali di un mese. A marzo l’Istat aveva certificato l’esistenza di un milione di nuovi poveri (335mila famiglie) per effetto della pandemia.L’indagine della Banca d’Italia evidenza come un terzo dei nuclei familiari abbia subito un calo di reddito, anche se il peggioramento delle condizioni economiche è stato molto mitigato dalle misure di sostegno a reddito di cui ha beneficiato il 25% della popolazione. Una famiglia su quattro pensa di ridurre i consumi non durevoli nei prossimi tre mesi. Oltre l’80% ha dichiarato di aver tagliato le spese per i servizi durante la pandemia: non solo per viaggi e ristorazione ma anche per abbigliamento e per i servizi di cura della persona.

«Le attese sulle prospettive dell’economa e sul mercato del lavoro sono migliorate – si legge nel rapporto della Banca d’Italia – tuttavia le famiglie non si aspettano che l’emergenza sanitaria sia superata in tempi brevi». Solo il 16% ipotizza che la svolta arrivi entro il 2021, un terzo degli intervistati pensa che bisognerà aspettare il 2023. L’altra faccia della medaglia è la condizione privilegiata di chi durante la pandemia ha visto crescere il suo risparmio. Se il 40% delle famiglie ha messo da parte un po’ di soldi, il 13% lo ha fatto in maniera consistente rispetto al passato. Solo un terzo del risparmio accumulato nel 2020 però verrà consumato nel corso di quest’anno, poco più della metà sarà investito e il resto sarà impiegato per ripagare debiti precedenti. La propensione al risparmio per il 2021 riguarda il 45% del totale delle famiglie e comprende in questo caso anche quelle meno abbienti. Il nostro del resto è uno dei Paesi con una forte propensione a tenere "congelata" la propria ricchezza: ha un patrimonio tra beni immobili e risorse finanziarie tra i più alti al mondo pari a 9.743 miliardi, pari a 8,4 volte il reddito lordo disponibile e una scarsa predisposizione agli investimenti. La pandemia ha generato ulteriore prudenza. Nel 2020 la ricchezza finanziaria delle famiglie è cresciuta di 58,8 miliardi nonostante i redditi siano calati dell’8,8%.

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