giovedì 30 giugno 2016
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Banca Carige vara il piano industriale al 2020 e come obiettivi principali si prefigge di dimezzare il portafoglio Npl entro la fine del 2017 e di tornare all'utile l'anno successivo con 68 milioni (163 milioni a fine piano). Ilprogetto, approvato all'unanimità dal Cda e che ha incassato il dovuto via libera della Bce, è stato messo a punto dalla nuova gestione targata Guido Bastianini ed esclude eventuali misure sul capitale che, nel caso, saranno prese "in considerazione soltanto se rese necessarie".   In effetti a mettere sotto pressione i coefficienti patrimoniali sarà proprio la vendita degli 1,8 miliardi di Npl (su un totale di 3,9 miliardi in pancia). Da queste operazioni, Carige, si attende infatti una perdita del 10% sul totale, ovvero per circa 180 milioni. Per effetto di queste dismissioniquindi il Cet 1, che oggi si attesta al 12,4%, scenderà il prossimo anno al 10,3%, per poi tornare all'11,5% a fine piano. E questo grazie anche ai benefici derivanti dalle altre misure previste, tra cui il taglio costi e la cessione del portafoglio immobiliare. Il gruppo prevede che i costi operativi nel 2020 si attesteranno a quota 507 milioni (Cagr-4%). Questo avverrà tramite una serie di misure, tra cui la chiusura di 106 filiali. Entro la prima parte del 2017 la rete scenderà da 606 a 500 unità. Quanto al personale, il gruppo prevede circa 500 esuberi: il piano riguarda complessivamente 700 persone, di cui 180 usciranno grazie al raggiungimento dei requisiti pensionistici, mentre per gli altri potrebbe rendersi necessaria una vertenza sindacale. La banca ha comunque stimato circa 270 assunzioni entro il 2020 e due attività di ricollocazione, tra cui quella che punta al rafforzamento dell'unità per la gestione degli Npl, che sarà potenziata di circa 60 risorse.
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