sabato 8 luglio 2017
Nel 2016 sono oltre 215mila gli incaricati alle vendite delle aziende associate: quasi il +27% rispetto all'anno precedente
La vendita diretta cresce anche nell'era digitale
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La vendita diretta è un settore contemporaneo e moderno, in linea con l’evoluzione tecnologica dell’era in cui viviamo. Tradizione e innovazione sono infatti concetti chiave: se gli strumenti digitali hanno accelerato l’evoluzione del comparto, gli stessi perdono la loro ragione d’essere senza il contatto umano che si esprime nell’incontro tra venditore e consumatore, valore principale di questo modello di business. Il rapporto tra il venditore e il cliente è infatti basato su un forte valore di fiducia, che inizia nel momento in cui si decide di aprire la porta. Da questo momento la relazione che si instaura prende un nome e un volto, aspetto che invece non è presente durante l’acquisto on line.

La modernizzazione del settore si è sviluppata pari passo con la crescita della vendita diretta: Avedisco, prima associazione in Italia nata a tutela del settore, ha registrato con le sue 38 aziende associate, ottimi riscontri nel 2016 sul piano occupazionale ed economico: sono oltre 215mila gli incaricati alle vendite delle aziende associate che operano ogni giorno con professionalità e passione sul territorio nazionale, per un incremento di quasi + 27% rispetto all’anno precedente e un fatturato totale di 655 milioni di euro, oltre il + 14% rispetto al 2015.

«La vendita diretta è un settore basato principalmente sulla relazione umana – spiega il presidente di Avedisco, Giovanni Paolino –. Nonostante l’avvento del digitale, gli incaricati alle vendite che operano in Avedisco continuano a distinguersi per una serie di qualità personali che si possono riassumere in caratteristiche come problem solving, creatività capacità di lavorare in gruppo e flessibilità. Questi requisiti sono gli stessi che il World Economic Forum ha elencato come le qualità imprescindibili richieste in ambito lavorativo nel 2020, anno che segna la nascita dell’era dell’industria 4.0. L’ennesima prova che il nostro settore non guarda al passato, ma anticipa e si proietta sempre più verso il futuro».

«La gran parte dei viventi è nata prima del microprocessore e del web per cui la maggioranza dell’umanità è ancora analogica, abituata a ritmi più lenti, a distinguere i luoghi del lavoro dai luoghi del tempo libero – sostiene Domenico De Masi, sociologo ed professore emerito presso Università La Sapienza di Roma - . Man mano che aumentano i “digitali”, cioè coloro che sono nati dopo queste grandi trasformazioni scientifico-tecnologiche, si trasforma anche il modo di interpretare il tempo e le relazioni. Molte abitudini stanno finendo, non c’è più privacy e ci è quasi impossibile dimenticare da quando tutto è raccolto sullo smartphone. Nell’era del digitale è quindi importante non perdere l’abitudine al contatto e la Vendita Diretta recupera, in questo senso, qualità del carattere umano che nessuna macchina può sostituire a partire dalla creatività e dalla motivazione».

«La Vendita Diretta ha sempre avuto la necessità di farsi aprire la porta, riuscire ad attraversare il confine tra l’esterno e l’interno delle abitazioni e, in qualche misura, delle vite delle persone – afferma il giornalista Matteo Bordone -. Il lavoro dell’incaricato alla vendita è sempre stato legato a questo primo passaggio necessario per stabilire un rapporto umano. Oggi, con la vendita online, la porta non è stata aperta: è stata aggirata. Arrivare nelle tasche delle persone attraverso i loro smartphone non è sufficiente a conquistare la loro fiducia duratura, ma solo una attestazione di affidabilità legata alla qualità del servizio e all’efficienza logistica più che alla sola qualità del prodotto».

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