Sta cambiando il modo di acquistare l'automobile, soprattutto se usata. Cresce infatti la vendita delle vetture di seconda mano
sul web, non solo quella diretta tra privati - magari intermediata da un sito specializzato - ma anche quella operata tra professionisti. Attualmente infatti quasi un “trader” su due utilizza le aste digitali come canale per il proprio parco, per i vantaggi in termini di praticità, sicurezza e scelta. La ricerca, condotta da Bca Italia - azienda del gruppo Bca Marketplace che si occupa di aste automobilistiche d'Europa - e presentata in occasione dell'Automotive Marketing Forum 2017, ha evidenziato processi, obiettivi e aspettative dei trader dell'usato.
Uno dei primi obiettivi è stato quello di definire meglio i diversi profili di trader che si suddividono in operatori più tradizionali, che prediligono il prodotto “premium” e si concentrano sulle vetture con pochi km, e operatori innovativi, che invece guardano al web come a una leva strategica di business. Per loro l'asta online è un canale di approvvigionamento decisivo (è utilizzato dal 45% degli intervistati, e in oltre la metà dei casi è addirittura il canale prevalente). In particolare, l'asta viene scelta per praticità, sicurezza e ampiezza della scelta con uno stock virtuale a cui si può accedere in maniera rapida. Inoltre i criteri che guidano il cliente finale all'acquisto rimangono chilometraggio e prezzo (lo afferma quasi il 70% dei trader). Per quanto riguarda il segmento, oltre la metà di loro afferma di privilegiare e ricercare sul mercato vetture compatte
e medie (segmenti B e C), seguite da citycar (14%) e auto premium (11%).
«In Italia la domanda per il mercato dell'usato è cresciuta di quasi il 25% negli ultimi quattro anni. E quest'anno, secondo le stime, aumenterà di un altro 5-6% - spiega Barbara Barbieri, amministratore delegato di BCA Italia, che parla anche del futuro -. L'usato è un mercato vivo, e lo sarà ancor di più nei prossimi anni. La crescita del nuovo invece sta portando a un rinnovamento rapido del parco auto italiano. Non solo: una percentuale sempre più alta di contratti prevede clausole di buy-back, che alimenteranno il mercato dell'usato con prodotti “freschì”, di 3/4 anni e con relativamente pochi chilometri».