mercoledì 5 dicembre 2018
L'idea della Regione Lombardia: superare l'attuale concetto di categorie “euro” troppo penalizzante per chi fa pochi chilometri
La “scatola nera” per misurare le emissioni reali
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Un'auto privata su cinque oggi in Italia è equipaggiata con una "scatola nera", uno strumento telematico dotato di sistema di rilevazione satellitare che, in cambio della tracciabilità dei movimenti del veicolo e della registrazione dei dati sul suo impiego, permette agli automobilisti di ottenere sconti sulla polizza assicurativa. Per le vetture aziendali non esiste un dato consolidato, ma la percentuale di penetrazione di questa tecnologia appare altrettanto significativa. La stima relativa alle vetture delle società di noleggio a lungo termine indica infatti un rapporto di tre ogni cinque. Numeri importanti che pongono l'Italia sotto i riflettori
a livello mondiale per quello che riguarda l'utilizzo dei dispositivi connessi come strumento di controllo.

Grazie alle comunicazioni via etere e all'utilizzo dei Gps, infatti, le "black box" sono in grado di rendicontare in maniera dettagliata gli spostamenti delle macchine, dei furgoni e dei camion che li adottano, anche in tempo reale. Ne indicano orari, posizioni, velocità e una serie numerosa di altri parametri. Tali riscontri possono essere consultati dalle assicurazioni e dalle Forze dell'ordine per verificare, per esempio, il rispetto delle norme del Codice della Strada da parte di un conducente coinvolto in un incidente. In giudizio infatti possono essere accettati come mezzo di prova e possono portare a modifiche sulla colpa del sinistro, magari per il rilevamento dello sforamento di un limite di velocità anche di pochi chilometri orari.

La principale spiegazione della grande diffusione delle scatole nere è da cercare per i privati negli sconti obbligatori per legge offerti dalle compagnie assicurative sulle polizze Rca delle vetture dotate di questa tecnologia, che in media oscillano dal
5 al 15%.
Per le aziende, oltre ai vantaggi assicurativi, le scatole nere vengono utilizzate anche per il monitoraggio delle flotte, per il controllo dello stile di guida dei conducenti, per la gestione in tempo reale delle consegne, per la certezza di poter sempre localizzare la posizione del veicolo e delle merci trasportate, oltre che per poter soccorrere i propri autisti in tempi rapidi in caso di panne o incidente.

A questi compiti, in Lombardia se ne potrebbe aggiungere uno decisamente originale. Le scatole nere potranno essere impiegate per assicurare la mobilità su gomma dei cittadini che possiedono una vecchia auto, soggetta ai blocchi del traffico regionali, e che non possono permettersi l'acquisto di una macchina nuova. Grazie, poi, ad app e software dedicati, i dati raccolti potranno essere impiegati per insegnare ai conducenti lombardi una guida più virtuosa, attenta ai consumi e poco inquinante, oltre che per fornire alle amministrazioni dati utili a realizzare politiche più efficaci in tema di mobilità. Il progetto ideato da Raffaele Cattaneo, assessore all'ambiente e clima della Regione Lombardia, è ambizioso e punta sulla telematica per "smontare" la cultura della demonizzazione dell'auto e contrastare le emissioni inquinanti da traffico veicolare in maniera innovativa. «Il nostro obiettivo - spiega Cattaneo - non è combattere la mobilità dei cittadini, ma gli inquinanti. Le nuove tecnologie ci permetteranno di farlo. Vogliamo superare il concetto di categoria "euro" e realizzare un sistema basato sulle emissioni reali. Una macchina Euro 3 che percorre pochi chilometri l'anno inquina meno di una Euro 6 che ne fa molti di più. Con la scatola nera si potrà evitare di rottamare una Euro 4 che fa appena 4-5mila chilometri l'anno a favore di un mezzo nuovo, destinato a un utilizzo analogo, con benefici per la qualità dell'aria e vantaggi per le categorie più deboli, le famiglie e gli anziani che non intendono affrontare ulteriori costi».

Come funzionerà? «Il dispositivo potrà registrare i dati di percorrenza e potranno aderirvi tutti i cittadini lombardi. C'è un tavolo di lavoro in corso: i fattori allo studio sono numerosi a partire dalla classe di omologazione del veicolo. La tecnologia analizzerà lo stile di guida e persino il meteo, tutti fattori che incidono sulle emissioni. Il tavolo tecnico che coinvolge anche altri assessorati sta lavorando anche per individuare chilometraggi annui massimi, a seconda del tipo di veicolo, superati i quali non sarà più permessa la loro circolazione». Per quanto riguarda tempistica e prospettive, «tutto dovrà essere operativo entro il 31 ottobre 2019. In un'ipotesi del 100% di adesioni da parte degli automobilisti lombardi - precisa Cattaneo - saremo in grado di monitorare quotidianamente le emissioni reali da traffico privato. I dati raccolti ci aiuteranno a sviluppare politiche e iniziative mirate».

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