mercoledì 29 giugno 2016
​Per Rosario Rasizza, presidente dell'Associazione delle Agenzie per il lavoro, «bene la prima modifica, volta a garantire la piena tracciabilità dei voucher».
«È un primo passo, ma serve una riforma dei buoni lavoro»
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"Le decisioni del Consiglio dei ministri sono importanti per combattere la diffusione abnorme dei voucher. Positiva la tracciabilità, che va resa più efficace soprattutto in agricoltura. L’istituto dei voucher va riportato alla sua genesi di lavoro occasionale per alcune categorie di lavoratori e non per tutti. Inoltre sul fronte sanzioni va fatta decollare l’Agenzia nazionale delle Ispezioni". Così Rosario Rasizza, presidente di Assosomm, l'Associazione nazionale delle Agenzie per il lavoro, che interviene sulle modifiche alla disciplina dei voucher lavoro apportate di recente da Palazzo Chigi.L’analisi critica dei provvedimenti è puntuale. "Bene la prima modifica, volta a garantire la piena tracciabilità dei voucher - spiega Rasizza - che prevede che i committenti imprenditori non agricoli o professionisti, che ricorrono a prestazioni di lavoro accessorio, siano tenuti, almeno 60 minuti prima dell'inizio della prestazione di lavoro accessorio, a comunicare alla sede territoriale dell’Ispettorato nazionale del lavoro, mediante sms o posta elettronica, i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo e la durata della prestazione".“Da monitorare e perfezionare - prosegue il presidente di Assosomm - la modifica che prevede che i committenti imprenditori agricoli siano tenuti a comunicare, nello stesso termine e con le stesse modalità, i dati anagrafici o il codice fiscale del lavoratore, il luogo e la durata della prestazione, che però fa riferimento ad un arco temporale fino a sette giorni, che rischia di essere una possibile via di fuga per i caporali”.“Bene - continua Rasizza - la sanzione amministrativa in caso di violazione degli obblighi di comunicazione da euro 400 a 2.400 euro in relazione a ciascun lavoratore per cui è stata omessa la comunicazione. E bene anche ribadire l’uso dei voucher nel settore agricolo nei limiti delle categorie di pensionati e giovani under 25. Vedremo ora come e quando verranno fatti rispettare i nuovi ritocchi”. Su questo punto Rasizza auspica il decollo rapido dell’Ispettorato nazionale del Lavoro, previsto dal Jobs act, che da oltre nove mesi attende lo Statuto e il decreto (Dpcm) per poter diventare operativo.Assosomm richiama la necessità che i voucher tornino a essere destinati ad alcune categorie di lavoratori potenzialmente interessati, riducendole e facendo marcia indietro rispetto all’erga omnes: oggi i voucher di fatto valgono per tutte le categorie di lavoratori e per tutti i settori, privati e pubblici: "Sono troppi, così non va", conclude Rasizza, che propone anche che il valore del voucher venga rapportato al costo orario previsto dalla contrattazione collettiva per i singoli comparti; inoltre il voucher dovrebbe corrispondere a una prestazione non inferiore alle due ore oppure dovrebbero essere erogati almeno due voucher consecutivi. Nel frattempo la marcia all’acquisto di voucher continua: nei primi quattro mesi dell’anno ne sono stati venduti 43,7 milioni, pari al + 43,1% sul 2015, un ritmo ormai fuori controllo.-    Nel 2015 sono stati venduti 115 milioni di voucher: nel 2010 erano meno di dieci milioni. In totale dal 2008, anno di nascita, a oggi i voucher venduti hanno superato i 300 milioni, per un controvalore di oltre tre miliardi di euro.-    Tra acquisto e riscossione manca all’appello circa un terzo di voucher, ciò che è il segnale di un uso distorto dei buoni lavoro.-    I committenti dei prestatori di lavoro accessorio che hanno svolto attività nel 2015 risultano 473mila; i prestatori coinvolti risultano 1,4 milioni e le posizioni lavorative 1,7 milioni (un lavoratore può aver prestato lavoro occasionale per più di un committente).-    Profilo dei lavoratori: nel 2015 l’età media risulta pari a 36 anni; le donne sono in maggioranza; l’incidenza di lavoratori non comunitari è allineata ai parametri del lavoro dipendente (10-11%).-    Caratteristiche dei prestatori di lavoro accessorio: 1) Pensionati: la loro quota risulta pari all’8%. 2) Soggetti mai occupati: sono pari al 14% (meno di 200mila); si tratta essenzialmente di giovani (la mediana è vent’anni); la presenza di donne sfiora il 60%. 3) Silenti (ex occupati): sono attorno al 23%. L’età media è pari a 37 anni; anche in tal caso la quota di donne è rilevante (57%). 4) Indennizzati (percettori nel 2015 di Aspi, MiniAspi o Naspi): sono il 18% (circa 252mila). In questo gruppo prevalgono i maschi; età media 37 anni. 5) Occupati presso aziende private: sono il 29% (quasi 400mila). 6) Altri occupati sono una quota pari all’8% (domestici, autonomi, pubblici dipendenti).
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