venerdì 13 marzo 2020
Tra settori in difficoltà o stabili, si registrano i picchi nella sanità e nelle imprese che si occupano di pulizie o assistenza dei clienti da remoto
Così l'emergenza ridisegna il mercato del lavoro
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«Il Coronavirus sta ridisegnando il panorama del mercato del lavoro e anche il nostro modo di concepire l’ufficio e l’attività lavorativa, basti pensare che ormai tutti noi stiamo svolgendo in smart working il nostro lavoro e che ciò significa anche utilizzare strumenti nuovi e digitali per coordinarci al meglio con i colleghi». Lo afferma Rosario Rasizza, presidente di Assosomm (Associazione italiana delle Agenzie per il lavoro). In questo periodo, infatti, le Agenzie per il lavoro hanno registrato il calo di richieste di personale per le catene Retail e Horeca, ossia commercio a dettaglio e ristorazione. Stabili le aziende del comparto alimentare e quelle che offrono servizi on demand e da remoto (tv digitali). In crescita, invece, tutte quelle attive nel settore delle pulizie, igienizzazione, sanificazione; quelle che offrono connetività mobile e fibra o che si occupano di assistenza da remoto al cliente (call center, telefonica, via e-mail, chat eccetera); di vendita on line. Un picco si è registrato soprattutto per le figure del settore sanitario: medici, infermieri, operatori socio-sanitari, farmacisti, biologi. Tra i comparti emergenti anche le imprese e start up informatiche. «Non a caso - spiega Rasizza - abbiamo riscontrato che le aziende che si occupano proprio di fornire strumenti per video chat sono tra le realtà che fanno registrare una crescita di richiesta di personale, anche le aziende che si occupano di pulizia, igienizzazione e sanificazione degli ambienti richiedono personale aggiuntivo per fronteggiare le richieste del periodo. Inutile sottolineare poi che le figure più ricercate al momento sono quelle sanitarie, oss, infermieri. I settori che secondo il nostro osservatorio si stanno mantenendo stabili sono quello alimentare e dei servizi di intrattenimento on demand e da remoto, mi riferisco alle tv digitali e al mondo della telefonia. Catene del Retail e Horeca sono gli ambiti che purtroppo stanno maggiormente soffrendo in questo periodo di restrizioni governative nate dall’esigenza di contrastare in modo deciso il dilagare del contagio da Covid-19. Da segnalare infine la crescita delle attività di assistenza da remoto al cliente, in particolare quelle legate alle vendite online, sia per il settore food che non food, ambiti questi che stanno crescendo in maniera significativa dopo la decisione di chiusura e/o le limitazioni imposte a molti punti vendita. In questa fase infatti molti consumatori stanno scoprendo o riscoprendo l’e-commerce e le aziende attrezzate per questo tipo di offerta si stanno organizzando per la gestione del picco delle vendite e a giudicare dal nostro osservatorio il riscontro è positivo per entrambe le parti, maggiore sicurezza sanitaria da un lato e contenimento del calo del fatturato dall’altro».

Il presidente di Assossom, infine, suggerisce al governo una ricetta per favorire le imprese costrette a chiudere in questo periodo: «Non servono molte ipotesi, ne basta una rapida: dal mese di aprile e per i successivi quattro mesi congelamento del cuneo fiscale sui dipendenti a carico delle aziende. Da agosto tutto torna nella norma con la rateizzazione nei successivi 24 mesi della cifra non pagata».

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