mercoledì 12 giugno 2013
​Al Congresso della Cisl il leader Bonanni chiede una forte riduzione delle tasse per ridare fiato all'economia. E il premier risponde: se non cogliamo questa occasione, tutti insieme, non ci sarà un'altra possibilità.
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​Con l'accordo sulla democrazia e la rappresentanza "che senza enfasi si può definire storico" si è creato tra le parti sociali "un clima nuovo". Lo dice il leader della Cisl, Raffaele Bonanni, aprendo il XVII congresso della sua organizzazione. Le parti sociali, prosegue, "sono pronte a fare la loro parte. Tocca ora al governo e alle forze politiche assumere le iniziative necessarie per far uscire il Paese dalla crisi. La situazione economica e sociale è al limite del collasso. Nel 2012 quasi un milione di famiglie hanno vissuto senza alcun reddito. La disoccupazione ha raggiunto cifre agghiaccianti. La cassa integrazione viaggia ormai sopra i cento milioni di ore mensili. Dobbiamo insistere ancora di più nella diffusione dei contratti di solidarietà. Ma dobbiamo trovare anche altre risorse per il finanziamento degli ammortizzatori in deroga, per gli esodati, i non auto-sufficienti, i precari della Pubblica amministrazione e della scuola, i tantissimi giovani senza lavoro". Per questo "saremo a Piazza San Giovanni il prossimo sabato 22 giugno insieme a Cgil e Uil. Sarà una manifestazione di protesta ma soprattutto di proposte"."La situazione economica e sociale è al limite del collasso. Occorre una svolta", dice il segretario generale della Cisl. L'obiettivo è "uno choc fiscale finalmente positivo, un taglio forte delle tasse" sui redditi da lavoro e pensione e per le imprese che assumono e investono.La "madre di tutte le battaglie, madre di tutti i nostri guaì, dice Bonanni, "rimane" la questione fiscale. "Bisogna ridurre le tasse sui redditi da lavoro e pensione. Ma anche alle imprese che investono e assumono i giovani e i disoccupati. Dobbiamo farlo subito per dare una spinta forte all'economia ed ai consumi. Lo diciamo al presidente del Consiglio Letta e ai partiti che lo sostengono. E gli diciamo anche che occorre introdurre un nuovo assegno familiare e il credito di imposta per gli incapienti". Le risorse, sottolinea il leader della Cisl, "possono venire dalle 'flessibilità' che l'Unione europea deve concederci, dal risparmio sugli interessi con la discesa dello spread e dalla riduzione delle troppe agevolazioni fiscali e detrazioni senza alcuna finalità sociale. Si devono anche tassare di più i grandi patrimoni immobiliari e finanziari. E dobbiamo vendere il patrimonio del demanio pubblico". Ma il governo, prosegue, "deve bloccare ulteriori aumenti delle tasse locali. Non è possibile continuare così. Ci vuole finalmente un coordinamento tra tassazione nazionale e locale". Bonanni insiste anche sulla necessità di "incrementare le pene per gli evasori" fiscali. "Se il governo pensa ad un 'decreto del fare', noi rispondiamo: bene. Ma facciamolo insieme! Anche per scongiurare gravi errori", come accaduto. Bonanni, che avverte: "Diciamo subito che le decisioni non potranno essere calate dall'alto, senza un confronto sociale". A cominciare dal mercato del lavoro. IL MESSAGGIO DEL PRESIDENTE NAPOLITANO"Riuscire a tenere insieme la prioritaria difesa dei diritti e della dignità del lavoro con l'individuazione degli interventi e degli strumenti innovativi per superare la drammatica caduta dell'occupazione specie giovanile". Così il capo dello Stato, Giorgio Napolitano, nel messaggio alla Cisl: questa la "sfida" davanti ai sindacati.  "Si tratta di riuscire a tenere insieme la prioritaria difesa dei diritti e della dignità del lavoro con l'individuazione degli interventi e degli strumenti innovativi necessari per superare, attraverso l'aumento della produttività e della competitività dell'economia italiana e anche attraverso il ricorso a forme coraggiose di solidarietà, la drammatica caduta dell'occupazione specie giovanile".IL DISCORSO DI LETTA"Se non c'è il lavoro, il Paese non si salva: io mi impegno a lavorare incessantemente per rimetterlo al centro di tutte le politiche del Paese". Lo dice Enrico Letta al congresso della Cisl. "Se scatterà questo meccanismo tornerà la fiducia anche a investire. E dovremo gestire questo processo insieme", ha aggiunto. L'Italia, ha detto il premier, "si salva se facciamo le riforme, se abbassiamo il peso del fisco che colpisce in modo asimmetrico, e se mettiamo al centro di tutto il lavoro: senza il lavoro un Paese non si salva. E l'impegno che io mi prendo qui con voi è di lavorare incessantemente per rimettere il lavoro al centro di tutte le politiche del governo. Sappiamo che non si può fare tutto - ha aggiunto - che ci sono delle priorità. La priorità è creare lavoro". Letta ha ribadito che per far ripartire l'occupazione serve puntare sulla qualità del lavoro: "dobbiamo farlo nelle modalità giuste, cercando di spingere il lavoro di qualità, a tempo indeterminato, cercando di lavorare per ridurre quel cuneo fiscale che è la zavorra del nostro Paese per chi assume e per chi lavoro". Il premier, rivolgendosi alla platea di delegati della Cils, ha più volte ripetuto che "serve uno sforzo comune di tutto il Paese perchè il governo e la politica da soli non ce la faranno mai: o siamo tutti insieme oppure non ci riusciremo mai".
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