martedì 12 agosto 2014
Bortolussi (nella foto): «Evitare lo scontro sociale. Dobbiamo, invece, rilanciare gli investimenti, i consumi interni e  far crescere l’inflazione: solo così saremo in grado di creare le condizioni per rilanciare l’occupazione e riprendere il sentiero di crescita». 
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Se le aziende 'interessate' dall’articolo 18 sono solo il 2,4% del totale, a essere tutelati da questo provvedimento sono il 57,6% dei lavoratori dipendenti italiani occupati nel settore privato dell’industria e dei servizi. Queste sono le stime elaborate dall’Ufficio studi della Cgia. In termini assoluti, su poco meno di 4.426.000 imprese presenti in Italia, solo 105.500 circa hanno più di 15 addetti.  Per quanto riguarda i lavoratori dipendenti, invece, su oltre 11 milioni di operai e impiegati presenti nel nostro Paese, quasi 6.507.000 lavorano alle dipendenze di aziende con più di 15 dipendenti: soglia oltre la quale si applica l’articolo 18. "In una fase congiunturale così difficile – segnala il segretario della Cgia Giuseppe Bortolussi – credo che l’eventuale proposta legislativa rivolta all’ abolizione dell’articolo 18 darebbe luogo ad un duro scontro politico/sindacale che il Paese non si può permettere. Mai come in questo momento abbiamo bisogno di pace e coesione sociale. Ritengo, inoltre,  che l’aumento dei posti di lavoro si ottenga privilegiando  le politiche legate alla domanda. In altre parole, dobbiamo rilanciare gli investimenti, i consumi interni e  far crescere l’inflazione: solo così saremo in grado di creare le condizioni per rilanciare l’occupazione e riprendere il sentiero di crescita". 
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