sabato 22 settembre 2018
Un fondo per i dipendenti da mesi senza stipendio
il Duomo di Torino

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Un prestito per resistere e andare avanti, nella ricerca di nuove possibilità di lavoro. È il senso di quanto fatto dalla Chiesa di Torino in favore dei lavoratori di due aziende del torinese colpite dalla crisi: la Comital e la Lamalù, entrambe del settore dell’alluminio, fallite lo scorso 20 giugno e i cui lavoratori sono senza stipendio da tre mesi. La decisione di intervenire da parte della Diocesi – insieme a Fondazione don Mario Operti, Comune di Volpiano, parrocchia Santi Pietro e Paolo Apostoli di Volpiano – è arrivata in coincidenza di un incontro in Regione dal quale è emersa l’indicazione del possibile interessamento da parte di alcune aziende al rilevamento delle attività in crisi. Intanto ha spiegato in una nota l’Arcivescovo Cesare Nosiglia è stato deciso «di istituire un fondo economico per poter erogare prestiti attraverso la partnership di un istituto di credito. L’erogazione avverrà sotto forma di prestito per permettere alle famiglie e ai lavoratori di provvedere alle necessità più impellenti, prendendo ispirazione dal prestito della speranza della Cei».

Si tratta di una iniziativa sperimentale, che potrebbe poi essere applicata ad altre aziende in crisi. Lamalù e Comital, ha sottolineato la Uilm torinese, occupano rispettivamente 28 e 99 lavoratori; al momento resta aperto un bando che scadrà il prossimo 2 ottobre per la cessione di entrambe le fonderie per alluminio. Se questo andasse deserto, entro 30 giorni sarà pubblicato un secondo bando. Il problema adesso è però la situazione dei lavoratori: tutti sono sospesi dal lavoro e da tre mesi non percepiscono alcuna retribuzione. «Con il venire meno degli ammortizzatori sociali in deroga – ha spiegato Dario Basso, segretario generale della Uilm di Torino –, i lavoratori si trovano in una sorta di limbo, lavorativo e salariale, che prosegue ormai da troppo tempo. Per questo abbiamo chiesto alla Regione di richiedere un incontro urgente al Mise, unico soggetto in grado di erogare degli strumenti straordinari». Per questo l’assessore regionale al lavoro, Gianna Penenero, ha spiegato: «È importante che nei confronti di queste due aziende strategiche del nostro territorio resti alta l’attenzione. Ho già chiesto al ministro del lavoro e dello Sviluppo economico, e tornerò a sollecitarlo in questi giorni». Uno spiraglio di soluzione arriva dal curatore fallimentare che proprio nell’incontro in Regione ha spiegato come vi sarebbero alcune aziende interessate a rilevare l’attività. Indicazioni certe però ancora non ve ne sono.

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